Alimentazione, corsa, e peso, ne parliamo con Nicolas Cicognani biologo nutrizionista

Alimentazione, corsa, e peso sono legati in un rapporto imprescindibile. In occasione della nuova puntata del podcast sulla corsa STORIE di RUNNER 451 ne abbiamo parlato con Nicolas Cicognani.

Nicolas è biologo nutrizionista, un professionista che sa come affrontare i disturbi dei comportamenti alimentari nella vita di chi fa sport.

Segui la puntata on line da Lunedì 9 ottobre sul canale RUNNER 451

Nel mondo dello sport amatoriale c’è modo di riconoscere dei campanelli di allarme da cui possono scaturire dei disturbi alimentari più gravi?

– Una premessa d’obbligo è che quasi sempre le persone arrivano da me dopo aver già affrontato un percorso legato ai loro disturbi alimentari, ma quando così non è, sicuramente un campanello d’allarme che riconosco spesso è l’eccessiva rigidità nell’affrontare lo sport o l’alimentazione o la vita un po’ in generale. Alcune persone spostano il disturbo alimentare su una base diversa. Il ragionamento è: – Ok, devo mangiare di più? Allora mi sfondo di sport, ne faccio anche 3 ore al giorno, e il giorno in cui non riesco a fare sport mi controllo eccessivamente sul cibo.
Altro campanello d’allarme è la fiducia estrema che viene riposta in una figura come la mia, che porta la persona a non fare assolutamente neanche un virgola diversa da quello che dico, e in questo caso, ecco che il pranzo di Natale diventa a base di verdure e proteine – anche in questo caso abbiamo un aspetto di eccesso di controllo.

E in questo nostro mondo quali sono i casi più ricorrenti di evidenti disturbi?

РNel mondo dello sport amatoriale troviamo ormai tanti episodi di ortoressia (che ̬ appunto il disturbo alimentare per il quale non si sgarra mai) legato alla ricerca ossessiva del miglioramento della performance.

In qualità di dottore in dietistica e di nutrizionista sportivo come approcci? Riesci a smuovere nella fase iniziale un eventuale disturbo, andando ad incidere l’ossessione sul corpo?

– Sicuramente in questi casi è fondamentale avere il supporto psicologico, oltre quello nutrizionale. Poi si tratta di convincere la persona che si può fidare di quello che le dico e la sua composizione corporea non ne risentirà: spesso questa fase è complicata e passa anche dal monitoraggio. Do pochi consigli e chiedo pochi cambiamenti, e dico alla persona di tornare tra due settimane a rifare la composizione corporea per vedere cosa cambia! Quando le persone cominciano a vedere che, con i cambiamenti nutrizionali, il loro corpo non peggiora, anzi migliora, ecco che comincia ad instaurarsi un rapporto di fiducia!

E poi si tratta di ascolto: è fondamentale ascoltare le persone e non snobbarle.
Ricordiamo che dai disturbi alimentari non si guarisce del tutto, ma si possono tenere sotto controllo

Lo sport è spesso una scusa per modificare il proprio corpo, quando una/un atleta arriva da te e capisci che sta inseguendo un modello sbagliato o inarrivabile di canone di bellezza, come provi a fargli cambiare strada?

– Questa cosa accade molto spesso, e purtroppo nell’era di internet è difficile anche far cambiare idea alle persone!
Sicuramente si analizza il corpo di una persona e se ne valorizzano i punti forti: esempio sul mondo del running: se arriva una persona con una forte muscolatura dicendo di volere diventare snello come un Keniano, gli cerco di fare capire che quel fisico non è nel suo dna, che arrivare lì costerebbe troppo sacrificio e non ne vale la pena, invece valorizzare il proprio fisico è quello che ci può portare ad essere la migliore versione di noi stessi
Anche in questo caso, fare l’analisi della composizione corporea aiuta ad avere un occhio esterno e oggettivo sulla situazione

Quando è la famiglia che ti sottopone il caso di un figlio che sta vivendo un disturbo alimentare, la figura del nutrizionista ha ancora margini per agire al fine di cambiare il destino di un giovane dal punto di vista nutrizionale?

– Sì e no: purtroppo è sempre il soggetto che deve decidere se affidarsi o meno ad una consulenza esterna, e quindi se questo non accade ma c’è l’Inter mediazione di un genitore, è più difficile che si instauri quel rapporto di fiducia.
Ciò non significa che non ne valga la pena, sicuramente sentire pareri professionali, anche dal punto di vista psicologico è importante!

 

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso