Alberto Tomba è stato nello sci tutto quello che non eravamo abituati a vedere in un campione di sport invernali.
È stato il sogno dei tifosi di sport italiani: allegro, sbruffone, coinvolgente e trascinatore,
Combattivo, vitale, energico, e non ha mai mollato anche quando i tempi erano duri ed era solo agli inizi.
La famiglia è sempre stata molto vicina, da suo padre Franco a mamma Maria Grazia, ai due fratelli Marco e Alessia.
Ed era proprio insieme a papà Franco ed al fratello Marco, di un anno più grande, che ha mosso i primi passi sugli sci.
Papà Franco non è mai stato pressante. Per i figli doveva essere sempre un divertimento. Era fondamentale che praticassero sport all’aria aperta: non solo era salutare, ma gli avrebbe insegnato il rispetto per la natura, ma anche la disciplina e la lealtà verso l’avversario.
Alberto Tomba è stato il più grande sciatore italiano, che grazie alla sua attività agonistica ha collezionato innumerevoli premi e trofei.
Le sue specialità sciistiche erano lo Slalom gigante e Slalom speciale, ma non solo, infatti dai critici ed esperti del settore viene definito come uno dei più grandi sportivi ed esperti nelle prove tecniche.
Alberto vanta un palmares di tutto rispetto: 50 vittorie ottenute durante le numerose Coppe del mondo a cui partecipato, 8 coppe di specialità, 1 coppa assoluta e due medaglie d’oro alle Olimpiadi, nella specialità Slalom gigante e Slalom speciale.
In questo modo si classifica come uno dei migliori sportivi della disciplina a livello mondiale, prendendo il terzo posto nella classifica dei maggiori sciatori professionisti, avendo davanti Ingemar Stenmark e Hermann Maier.
Il ragazzo Alberto inizia gli allenamenti principalmente a Cortina D’ampezzo fino a che non raggiunse la maggiore età, così da potersi arruolare nell’Arma dei Carabinieri.
Ma è a 20 anni che arriva la prima vera occasione per Alberto, 16 dicembre, 1986 alla coppa del mondo dello scii, dopo aver conquistato grandi risultati e premi durante la Coppa Europa.
In questa occasione ebbe modo di iniziare ad accumulare punti e vittorie, incontrando perfino l’avversario che durante la sua carriera gli darà più filo da torcere di chiunque altro, ossia Pirmin Zurbriggen.
I suoi successi gli fecero guadagnare la partecipazione ai mondiali che si sarebbero tenuti durante l’anno 1987 in Svizzera, conquistando una medaglia di bronzo nella specialità slalom gigante.
Un fisico possente, alto 182 cm, Alberto Tomba quando passava tra i paletti dello slalom le prendeva di petto nel vero senso della parola.
È stata un atleta che ha cambiato la visione del mondo dello sport spostando i riflettori dalla pista al personaggio vincendo come nessuno e diventando Alberto Tomba, la “Bomba”. Quando si giocava le manche più importanti l’Italia intera si fermava.
Nel 1988 Olimpiadi invernali di Calgary vince due medaglie d’oro in slalom e gigante.
Addirittura il Festival di Sanremo si fermò, su Rai 1, per mandare in onda la seconda manche di quello slalom speciale d’oro con tutto il pubblico dell’Ariston ad esultare per Tomba.
La carriera di Alberto termina il 15 marzo del 1998, e lo fa nel modo migliore, vincendo l’ultima gara della stagione nelle finali di coppa del mondo di Crans Montana laddove aveva conquistato la prima medaglia mondiale 11 anni prima.
“Con lo sci ho chiuso molto presto, a 30-31 anni, ma avrei potuto tirare avanti almeno altri 6 o 7 anni buoni. Il problema è che non ci stavo con la testa, ero troppo stressato per continuare a quei livelli su quei ritmi. È andata bene così.”
Ciò che resta di Alberto il campione è quell’aria da guascone, figlio della Bologna più espansiva e cordiale che ha sparigliato i traguardi e i podi più importanti del circo bianco.
A quel ragazzo nato in collina diventato il più grande atleta degli sport invernali, che ha regalato allo sci una popolarità che non aveva mai avuto prima.
Forza Alberto