La prima edizione del Trofeo San Pancrazio, corso ad Albano Laziale, domenica 11 maggio, è stato un evento capace di unire sportivi e curiosi in una mattinata che ha lasciato il segno con la bellezza del territorio dei Castelli Romani.
Già nei giorni che hanno preceduto la gara, parlando con gli organizzatori, si respirava un’atmosfera carica di entusiasmo e attenzione ai dettagli. La parola d’ordine era “cura”: tutto doveva essere perfetto. E domenica mattina, ad Albano Laziale, quella cura si è tradotta in un’esperienza corale e autentica seppur con delle sbavature sul percorso gara..

Durante il riscaldamento, girando per le vie del paese avvolto nella quiete tipica delle domeniche, ho percepito quanto una corsa coinvolga un intero ecosistema di persone: atleti, volontari, forze dell’ordine, tecnici, semplici cittadini.
Non tutto è andato liscio – al primo chilometro una pattuglia della municipale ha involontariamente indicato un percorso sbagliato, e un problema tecnico nella rilevazione dei tempi ha creato qualche disguido – ma la reazione degli organizzatori è stata trasparente e responsabile.

| “La ASD Genzano Marathon, a seguito dei problemi di cronometraggio causati da Race Chrono Service, si scusa con tutti gli atleti e congela le classifiche in attesa di chiarimenti. Chiediamo cortesemente di inviarci i link delle attività registrate tramite Strava o Garmin, qualora si riscontrassero incongruenze.” |
Il tracciato, di circa 10 km tra il centro storico e il verde di Villa Doria Pamphili, si è rilevato uno “Urban Cross” che ha messo alla prova anche i più allenati, con continui saliscendi e scorci inediti.

Lungo il percorso, assistenza presente e sorrisi generosi hanno fatto sentire ogni runner parte di qualcosa di speciale.
La manifestazione, inserita nei circuiti Castelli Romani 2025 e In Corsa Libera, ha saputo superare i confini della competizione pura. Il progetto dell’ASD Genzano Marathon era chiaro: creare un evento che unisse sport, cultura e comunità. E ci sono riusciti.
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A chiudere la manifestazione, un ristoro finale da applausi: uova strapazzate, affettati, dolci fatti in casa, crostate e caffè per una colazione post-gara che sembrava un brunch d’autore. Ma soprattutto, un’occasione per condividere storie, sorrisi e sensazioni.

Il Trofeo San Pancrazio ha dimostrato che una corsa può essere molto più di un cronometro e di una classifica. E se questa è stata solo la prima edizione, c’è da scommettere che la prossima sarà ancora più bella. Magari con un gioco di squadra ancora più solido tra tutte le componenti organizzative.
Alla fine, ogni runner è tornato a casa con qualcosa in più: il ricordo di una domenica che ha saputo fondere sport, territorio e umanità in un’unica, grande corsa.
