Le paure di quelli che corrono

Nella raccolta di racconti che sto presentando in queste settimane, emergono dei macro temi che fanno da sfondo a esperienze podistiche semplici e incredibilmente reali.

La forza di alcune storie nasce dal bisogno di esorcizzare le paure di chi corre e di alimentare le speranze attraverso lo sport come azione inclusiva.

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Uscita del libro “Siamo tutti sulla stessa strada”: un viaggio nel mondo del running e della vita quotidiana

Quando usciamo a correre, siamo quasi nudi, privi di protezioni. Ci muoviamo tra le strade, sui marciapiedi o lungo le piste ciclabili, che non sempre offrono un rifugio sicuro. Ma sono proprio alcune situazioni, vissute in prima persona, sognate o a volte scongiurate nella vita quotidiana, che hanno ispirato diversi racconti.

Una delle paure più ancestrali, legata a madre natura, è l’attacco di una muta di cani. Per fortuna, a Roma non mi è mai successo, ma quando ci si allontana dalla città, andando a correre in provincia o nei luoghi di villeggiatura, la possibilità di fare brutti incontri con cani che difendono il loro territorio non è poi così rara. È una di quelle situazioni che ti rimangono impresse, tanto da ispirare più di una storia.

Un’altra scena, forse più legata a una sorta di psicosi urbana, è la paura di cadere in una grata di un garage, quelle che spesso si trovano sul fondo dei marciapiedi.

Non credo di essere l’unico ad averlo immaginato: se dovesse succedere, come si fa a salvarsi? Se, come me, corri senza telefono, come chiedi aiuto?

È un’idea che può sembrare assurda, ma è perfetta per essere lasciata tra le pieghe di un racconto ambientato in una città distopica e surreale.

Tuttavia, la paura più concreta, quella che tutti abbiamo, è di essere investiti da una macchina.

Purtroppo, succede. È già successo, e a Roma, dall’inizio dell’anno, si registra una media di un pedone investito a settimana.

Il miglior consiglio è di stare attenti.

Correte in luoghi dove vi sentite sicuri, dove sapete chi c’è intorno e dove potete proteggere i vostri passi. La strada può essere un luogo di libertà, ma è importante scegliere percorsi che vi permettano di tornare a casa sani e salvi.

Queste vicende immaginate e scritte le trovate con il resto dei racconti pubblicati su “Siamo tutti sulla stessa strada”

Buona lettura

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso