Tatuaggi in corsa

Qualche anno fa discettai sui tatuaggi e ne raccontai brevemente la “storia” ed il loro significato. Faccenda molto più complessa dell’attuale moda di decorarsi il corpo, almeno alle nostre latitudini.

Premetto sempre che mi piacciono molto, poiché parlandone, normalmente in termini negativi, sembrerebbe proprio l’esatto contrario.

Mi affascinano non solo per il livello – diciamo – estetico (una valutazione tutto sommato banale), ma, soprattutto, per il “codice” significativo che dovrebbero esprimere. A ben vedere, esprimono sempre un significato poiché secondo gli insegnamenti della semiotica applicata alla comunicazione, il messaggio è necessariamente presente. Una fregnaccia può rappresentare altro o, per l’appunto, una fregnaccia. Non è possibile l’assenza di significato.

Detto ciò, vi chiederete dove si vada a parare.

Ebbene, quando corro, sono molto incuriosito dai runner pieni di tatuaggi. Non mi riferisco agli uomini che, per assunto, rappresento ingenerosamente come esseri naturalmente “grevi”, molto poco evoluti nella scala degli esseri civilizzati. E, facendone parte, lo posso dire con una precisa cognizione di causa. Sicché non è certo un tatuaggio a cambiare lo stato del (nostro) materiale di base, appena sbozzato.

Mi riferisco, invece, all’altra parte del cielo, alle gentili dame. Sarà un evidente limite, ma proprio non comprendo perché ci abbiano seguito nelle nostre dimensioni più deteriori. Capisco la mascolinizzazione imperante, ma pensavo comportasse la presa del potere non delle sole vestigia esteriori.

Istoriate come delle recluse o, se va bene, come delle pornostar, hanno assunto un codice comunicativo – per l’appunto, simil maschile – di cui mi verrebbe da tornare alle fregnacce di cui sopra. A parte deturpare quelle che, a coloro cui piacciono, belle o brutte, son tutte opere d’arte, vedo solo luoghi comuni. E mi spiego. Quante stelline avete visto? E l’8 adagiato? Che cosa dovrebbe simboleggiare l’infinito, quando è serializzato?

Il tatuaggio è una cosa seria e come tale andrebbe trattato.

Lasciando perdere derive filosofiche, poniamo il caso che – al giorno d’oggi – si tratti unicamente di una questione estetica. Gli scarabocchi che vedo dovrebbero, quindi, esaltare la bellezza della loro portatrice?

Dato il livello “grafico” piuttosto mediocre, dovrei al contrario arguirne che si tratti di un messaggio, in cui l’estetica passi in secondo piano. Prevarrebbe, insomma, il significato e non il significante. Ed ecco il problema che, per me, al momento, appare insolubile. Purtroppo faccio molta fatica a capire quale sia questo “messaggio” e continuo a correre con il fondato dubbio che l’espressione si sia talmente banalizzata da finire per essere “normalizzata”. Solo una moda globalizzata e nulla più. Ma potrei anche non aver capito un accidente di niente e sono pronto ad imparare. Ovviamente, ci sono le eccezioni, come …

 

[Guarda i tatuaggi sulle gambe di quella signora. Magari fossero tatuaggi: sono vene varicose!]

Mr Farronato
Mr. Farronato Podista e scrittore. La corsa mi serve per superare i limiti dell’ordinario mentre, scrivendo, supero quelli dello straordinario. Potete trovarmi – sotto falso nome – nelle gare della nostra bella capitale e, soprattutto, alle maratone. La corsa è la soglia del crepuscolo che si affaccia su un mondo diverso.