Fa caldo. Quest’anno, come non mai. Ed è agosto. Lo so, il podista non molla mai … e già immagino i molti articoli per celebrare questa dedizione, questa forma di “consacrazione” allo sport. Una sorta di religione pagana, il cui vangelo è sacrificio, dedizione e fatica.
Mi spiace molto rovinare questo quadretto idilliaco ma, ogni tanto, è necessario dire un maiuscolo “NO!”. No, con questo caldo, corsa mia non ti conosco!
Ci dedichiamo al pellegrinaggio tra il divano e la poltrona, cambiando sport: il nuoto. Liquidi a volontà. Nel mentre facciamo due vasche immersi nel sudore, da una parte ci ristoriamo con una serie interminabile di docce fredde. D’altra parte, idratiamo l’organismo con qualche sana birretta. Farà male? Di certo non più dell’idea di mettersi in pantaloncini e farsi rosolare da questo sole. L’infarto (o l’insolazione) è dietro la curva ed io, se proprio devo, vorrei morire sbronzo e non certo dopo aver corso (qui ci sta bene una citazione colta: il film “Ebbro di donne e di pittura”, di Im Kwon-taek, Corea del Sud, 2002).
Conosco già la replica a siffatto sfrontato disfattismo: basta trovare il momento giusto, direte voi. E, in effetti, lo dite, senza alcuna esitazione, sempre per i dettami del vangelo sopra menzionato.
La sera la escluderei perché il calore accumulato durante il giorno viene “restituito” dopo il tramonto. Allora, facciamo all’alba. Probabilmente, in quest’ultima prospettazione temporale, sarebbe anche una attività rientrante nel novero del possibile. E non nego che, effettivamente, potrebbe essere così… ma appena mi chiedo “perché?”, tutto assume la giusta valenza. In effetti, non c’è una motivazione davvero persuasiva. Anche “no” è una risposta. Anzi, è la risposta.
Fa caldo. Quest’anno, come non mai.
Mi viene in mente lo scambio di battute tra Vincent (il killer impersonato da un azzimato Tom Cruise) e Max (Jamie Foxx, il tassista) in Collateral: “Dobbiamo improvvisare, adattarci all’ambiente, Darwin, i ching, dobbiamo seguire il flusso …”.
Fuori di metafora consegnata al contesto di celluloide, significa che non cerco di fare qualcosa che è fuori da quello che è il disordinato fluire degli eventi. Non mi muovo in una direzione ostinatamente contraria. E collasso, in evidente (pseudo)coma etilico. E sogno.
Distese di asfalto di fronte a noi / Una lieve brezza ci viene incontro / Il rumore dei passi / Un suono giunge da lontano / Appena udibile…
Agosto passerà. Al primo calo della temperatura, si vedrà.