Questo pezzo, su un argomento piuttosto battuto, trova una sua ragione per quello che si capirà alla fine. I piedi – seppur indispensabili per la deambulazione – nei podisti tendono ad assumere una “configurazione” tendente al brutto andante.
Chilometri e chilometri non potevano non lasciare il segno, sicché ci troviamo con delle “appendici” davvero impresentabili in società, qualunque questa sia. Portano i segni della “strada” e di tutti gli accidenti che abbiamo patito, tra vesciche varie, fasciti in ogni luogo, calli, etc.
A poco vale scegliere la calzatura giusta, usarla finché presenta qualità di ammortizzazione, tenerla come una cosa preziosa (e, indubbiamente, lo è), alla fine ci troviamo quello che ci troviamo. E va bene, non saremo mai segnalati per la bellezza dei nostri piedi.
Tutto il contrario dei piedini della nostra “Barbie”. Margot Robbie – oltre ad un discreto lato b – sfodera un paio di piedi da antologia del feticista, con tanto di arcata sensuale (tutto il contrario delle “zattere” di Uma Turman in Kill Bill e di quelli della bonazza Famke Janssen, che porta la taglia 11,5 Us!).
A suo dire non ci aveva neppure fatto caso (e, si sa, che le donne sono mentitrici per natura. Capace che, a suo dire, si ritiene pure bruttina), finché non ha effettuato una ricerca su google con il suo nome e, sorpresa!, il termine subito associato era “feet”.
La nostra Margot mi sa che non corre ma questo non è necessariamente un difetto. Secondo il mio modesto giudizio – del tutto campato in aria – fa bene un sacco di altre cose. Sui piedi, però, è una campionessa mondiale, feticismo o non feticismo.
A questo punto occorrerebbe una prova contro fattuale: chi lo dice che le nostre podiste non celino piedi altrettanto suggestivi? Sono aperte le scommesse.
[Colonna sonora: Chic, My Feet Keep Dancer (The Max Steel ‘Barbie’ Remix); Nathalie, In punta di piedi; Cesare Cremonini, La nuova stella di Broadway]