Correre la Roma Ostia è un bellissimo rito collettivo

Correre la Roma Ostia è di nuovo il rito collettivo di un tempo, di prima di tutti i problemi degli ultimi anni.

Un cerimoniale che si costruisce settimana dopo settimana, giorno per giorno fino alla sera prima.

Alle domande di chi la fa per la prima volta, alle insicurezze di chi la corre da una vita e sa bene che è una gara che nulla ti perdona se non stai al meglio.

Ma sono gli occhi dei primi, dei novelli che vanno incontro ad una signora di 49 anni che li attende maestosa e a tratti severa.

La sua asprezza non ti allontana, anzi, diventa materia di una sfida che si rinnova ogni anno, e grazie alla quale, anche chi la conosce bene, accetta il guanto lanciato su quel tratto di strada e lo affronta con pazienza ed esperienza.

Questa edizione è tornata ai fasti passati, non per i numeri che hanno ancora margini di crescita, ma per l’atmosfera.

Tante donne, tanti giovani e tanti stranieri.
Un trittico che si percepiva chilometro dopo chilometro.

Una macchina organizzativa che definire perfetta non basta a raccontare come lavora ogni singolo meccanismo di questo evento bellissimo.

Il rito collettivo della condivisione, delle foto, le medaglie che hanno inondato i social sono le gesta consolidate di una comunità che trova la forza di muovere un intero settore economico e sportivo e che chiede a gran voce qualità e sicurezza al pari dello standard della Roma Ostia Half Marathon.

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso