Settanta penne a pranzo possono fare la differenza

Una volta ho letto che Francesco Totti, nel suo picco di forma atletico, mangiasse 80 penne a pranzo. Lo so a cosa state pensando, con la stessa quantità di pasta “sentite se è cotta”.

Ma fa nulla, a noi piace l’aspetto quantitativo delle nostre passioni, sia a tavola che in strada.

La scorsa settimana alla visita di controllo dal nutrizionista, dopo aver capito che a 53 anni suonati vanno fatte delle correzioni al piano nutrizionale, Stefano il biologo nutrizionista che da 10 anni mi aiuta a mangiare meglio, mi ha detto che a pranzo devo mangiare 70 penne, meno di Totti.

Ovviamente ci stiamo confrontando con un campione, giovane e per altro impegnato in uno sport di forza e velocità.

Dal canto nostro possiamo dire con certezza che anche un atleta amatore, che corre 4/5 volte a settimana, dopo i 50 anni, dovrebbe prestare maggiore attenzione alla sua alimentazione per mantenere il corpo in forma e sano.

Il termine metabolismo deriva dal greco μεταβολή ossia “cambiamento”, ed è di questo che stiamo parlando, anche partendo da 70 penne nel piatto che poi sarebbe 120 grammi di pasta, non male.

Superati i 50 anni, il corpo di un maschio in salute, cambia, il metabolismo muta e per dirlo basta leggere wikipedia.

Le due categorie in cui è diviso: catabolismo, che disgrega la materia organica e produce l’energia attraverso la respirazione cellulare e l’anabolismo che utilizza l’energia per costruire i vari componenti delle cellule, come le proteine e gli acidi nucleici.

Con l’aiuto del nutrizionista e grazie all’analisi della composizione corporea ho capito che l’azione anabolica, non è più attiva come un tempo, il motivo è semplice: il corpo non produce più il testosterone come a 40 anni.

Detto in parole povere aumenta la massa grassa e diminuisce quella magra.

Il testosterone che azionava la parte anabolica essendo diminuito fa aumentare il grasso e scapito dei muscoli che si riducono.

Bello no?

Ma non è di certo un problema, a parte la nostalgia del tempo che fu, credo che il corpo stia facendo esattamente quello per cui è stato fatto da madre natura. Cosa possiamo fare per stare comunque bene e praticare il nostro sport preferito.

Continuiamo a fare ciò che facciamo da sempre seguendo una dieta il più possibile sana, che si basi sui capisaldi della piramide alimentare della dieta mediterranea, che va bene dai 18 ai 65 anni.

Possiamo cambiare la quantità, che deve ridursi di pari passo con l’avanzamento dell’età.

Per quanto riguarda le proteine, invece, il dottore me le ha aumentate, io non mangio carne e per la prima volta sto assumendo le proteine del siero del latte. Si trovano in farmacia e su amazon e le penderò per 30 gg.

Con l’ invecchiamento è meglio aumentare progressivamente il consumo di quelle vegetali e diminuire quelle animali. Ma dovrebbe essere un pensiero a cuoi dovremmo aspirare tutti, per ciò che è oggi l’industria della produzione di carni animali, e sopratutto per quello che sta facendo di nocivo al nostro ambiente.

Inoltre, sarebbe meglio ridurre il consumo di dolci e grassi, ripeto soprattutto animali, responsabili dell’acutizzarsi di patologie legate al sistema cardiovascolare.

Infine, è importante bere molta acqua e non pensare a quando mangiavi 210 penne al giorno, dormivi 5 ore a notte e il testosterone era talmente alto che potevi correre e saltare contemporaneamente per 21km di seguito.

Beata gioventù.

 

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso