Una festa in piazza, una festa di piazza, con questo pensiero ieri mi gustavo lo spettacolo offerto da dentro lo stadio delle terme di caracalla all’arrivo dell’Appia Run.
Un mondo colorato accogliente e pieno di squadre.
Erano anni che non lo vedevo così, con i gazebo, i tanti amici, e la sana voglia di prendere parte a un evento popolare ormai parte di quel bagaglio podistico che è l’Appia Run giunta alla sua 24esima edizione.
Le gare sono tornate e alcune manifestazioni sono un punto di incontro esclusivo. Un luogo dove dal digitale usciamo al naturale.
Nel pre e post gara provare a parlare con un amico senza essere interrotti da altri amici che ti salutavano era impossibile.
In poche ore volevamo recuperare tutto il tempo perso da troppo isolamento, con le corse senza partenza e arrivo, di domeniche che ora vogliamo riportare alla loro natura di giorno di gara.
Un calendario podistico che ci sta mettendo alla prova e noi siamo pronti a ripartire, ma dateci il tempo di riabituarci al ritmo di una manifestazione a settimana.
La festa di piazza di ieri esprimeva esattamente questo stato di cose: euforia partecipativa, voglia di esserci in mezzo agli amici.
Anche la corsa non è stata da meno, vuoi un percorso non facile, l’Appia Run è esigente, me lo ha confessato anche Iliass Aouani quando ci siamo salutati prima della premiazione, la sua, è arrivato primo.
Correndo con tanti amici commentare, salutare e aiutare chi stava in difficoltà era il piacere che faceva da contraltare alle salite e ai diversi fondi del tracciato.
Il passaggio dentro il Parco Regionale della Caffarella lascia sempre tutti incredibilmente accecati da tanto verde e tanta storia, pecore comprese che manco nei quadri del Pinelli.
Tante prime volte al traguardo, tanti nuovi runner che hanno superato le colonne d’Ercole dei dici chilometri.
I più lenti hanno sofferto alcuni ristori un po’ fiacchi per le tante persone passate prima e che i volontari non sono stati in grado di sopperire alle ultime richieste di acqua nei bicchieri, si può fare sempre meglio e per questo che lo evidenziamo.
L’aria di festa non si è persa per nulla, l’arrivo sugli ultimi 150 metri dello stadio Nando Martellini ha fatto da corona a una Roma sempre esigente.
Assaporare la strada, le tante strade che costituiscono la Regina Viarum per molti è stata una novità assoluta.
Siamo contenti di domeniche così aperte alla voglia di stare insieme ma per davvero, senza schermo, senza filtri, con gli occhi accesi dalla fatica e dal piacere di condividerla sulle strade di queste città impegnative dal lunedì al sabato.