In queste settimane siamo in tanti alle prese con le partenze per le vacanze dei figli. In un’atmosfera leggera e spensierata, la loro, come è giusto che sia a 20 anni.
Da genitore ho riflettuto a lungo sulla situazione che stiamo vivendo in Italia e nel mondo, e mi torna in mente di quando, nel 1989, eravamo nella loro stessa situazione.
I nostri ragazzi stanno passando un momento storico incredibile, dal Covid alla Guerra in Ucraina, passando per l’ecoansia che influisce negativamente sulla quotidianità dei giovani.
Dal nostro punto di osservazione il presente si sta portando via un po’ del loro futuro. Ma i nostri genitori, 30 anni fa, facevano le stesse considerazioni?
Sì, perché il 1989 è stato un anno di eventi che hanno cambiato la storia: il crollo del confine che divideva le due Germanie, e fra il 3 e il 4 giugno, a Pechino, vennero uccisi centinaia di studenti e lavoratori. L’Esercito di Liberazione Popolare reprimeva con violenza le proteste di chi chiedeva libertà e democrazia. Nella memoria rimane la foto simbolo del “Tank Man” in piazza Tienanmen.
Come eravamo noi a quell’età? Percepivamo pianamente i moti rivoluzionari e, se sì, come li vedevamo?
Oggi è tutto più diretto, i nostri figli sono a contatto diretto con i fatti e forse questo smuove un maggior senso di vicinanza ai cambiamenti.
La radice che accomuna le due generazione è la innata voglia di libertà dei ragazzi, di sentire la crescita interiore scollata dai fatti di cronaca.
Allora proviamo a capire come stanno i fatti usando le autostrade dell’informazione a disposizione, nel 1989 non era così, non avevamo gli stessi mezzi di comunicazione dei nostri figli.
In quell’anno Tim Berners-Lee presentò il documento “World Wide Web: Summary”. Il 13 marzo fu il giorno in cui nacque il World Wide Web, il principale servizio Internet.
Grazie a queste scoperte oggi i ragazzi sono coinvolti in tutto, anche da ciò che li atterrisce pur di tenerli incollati ai loro network.
La soglia di partecipazione attiva si è praticamente azzerata, sono tutti più coinvolti ma in un meccanismo che li vuole solo come spettatori di un mondo irraggiungibile.
Le guerre, le sciagure, i drammi sono spettacolarizzati per essere sempre più cliccati e condivisi. Cosa è meglio tra ieri e oggi non sono in grado di dirlo e forse non sarebbe utile capirlo.
Resta necessario vedere i nostri figli come reagiscono davanti a tutto ciò. Capire se hanno attivato dei processi a difesa del loro mondo o sono in balia di psicosi e nevrosi, conseguenze di eventi che non sono in grado di affrontare.
Parlare in casa di ciò che accade è la difesa più forte, così come armarli dello strumento più potente che è la cultura, lo studio, la curiosità e fame di conoscenza, perchè, come sostengo da sempre, saranno ciò che sapranno.
Buone vacanze ragazzi