Venerdì 24 settembre, sono più o meno le 6.30 quando scendo dal bus che mi ha portata dall’hotel fino ad Atene insieme agli altri runners.
Ho freddo, devo trovare un bagno perchè per l’ennesima volta devo fare la pipì. L’agitazione è altissima come non mi è mai successo!
Giro nella zona di partenza cercando Elena alla quale devo lasciare la giacca, non posso fare 43 km così (primo check point in cui potrò ricevere assistenza), faccio dei selfie con gli altri italiani così cerco di togliermi di dosso questa strana sensazione.
Mi avvicino a Virginia e Pablo, anche loro non sono molto tranquilli e mi accorgo che in generale c’è tensione nell’aria…questa non è una gara come le altre, non è una Ultra come le altre!
La mia agitazione si traduce in paura di non farcela, paura di non arrivare ai piedi di Leonida, consapevolezza di non essere pronta per un impegno così grande come Spartathlon richiede, consapevolezza che Spartathlon non perdona!
Se non sei preparato fisicamente, mentalmente, emotivamente lei ti castiga!
Mentre nella mia testa passano tutti questi pensieri sento il conto alla rovescia ..3…2…1…la sirena e ..via! Si parte!
Via tutti i pensieri, via tutte le paure, il viaggio ha inizio!
Parto tranquilla, scambio qualche parola con Piergiuseppe, poi son Stefano, poi con Patricia ma non mi sento a posto, c’è qualcosa che non va, sono contratta, le gambe sono pesanti, inizio di nuovo a pensare “ecco, ieri non ho fatto la mia corsetta all’alba, forse ieri sera non dovevo mangiare il dolce, dovrò andare al bagno” e la mia mente torna ad affollarsi di pensieri disturbanti!
Poi eccola, all’improvviso mi appare luccicante..una monetina da 10 cents! Mi fermo la raccolgo sorrido e già mi vedo la faccia di Elena quando arriverò con l’ennesima monetina raccattata per strada!
Le cose non avvengono mai per caso e quella monetina è arrivata per togliermi dalla testa le mie inutili paure! Voglio godermi il viaggio, sono qui e non era affatto scontato che potessi esserci, al diavolo le paure!
Ma poi paura di cosa?? Amo correre, adoro questo percorso che porta ad attraversare un paese ripercorrendone la storia, so cosa mi aspetta e so benissimo che Filippide mi aiuterà ad arrivare a Sparta se gli consentirò di viaggiare con me!
E allora, via!
Via i pensieri negativi e benvenute nuove belle sensazioni! un’altra moneta..poi ancora una e un’altra! e così arrivo al primo punto assistenza con € 4,20 che consegno alla mia amica che mi guarda e non può fare altro che esclamare “non ci credo…ancora???sei incredibile!”
La prima maratona è andata, ora si punta a Corinto altro punto di assistenza consentito ma soprattutto check point molto importante per capire se sono in linea con i tempi per arrivare entro le 36 ore a Sparta.
Ormai so bene che se a Corinto ho un vantaggio di almeno un’ora e mezza sul cancello orario, se fisicamente sto bene, posso gestire i km che mancano e ce la faccio.
Corro con il mare a fianco, gli occhi si perdono nel suo azzurro intenso. Questo tratto mi piace tantissimo e me lo godo passo dopo passo con il suo saliscendi spaccagambe.
Appunto, spaccagambe e le mie patiscono.
Al km 60 vedo Elena parcheggiata lungo la strada, non può fare nulla per me, si è fermata per fare un breve video, due foto ma ne approfitto per dirle che sento già le coscie contratte e che sarà un viaggio molto difficile, ci sarà da soffrire e stringere i denti perchè io lo so bene cosa mi è mancato nella preparazione!
Ritorna alla mente l’insegnamento dei Tarahumara: tutti proviamo dolore,la differenza sta nel come facciamo nostro quel dolore!
Nella mia testa ci sono i punti per me fondamentali: Corinto, il km 100, Nemea km 123, Nestani km 160 circa e il check point 68 quello che è ai piedi dell’ultima infernale salita prima della lunga discesa verso Leonida.
A Corinto arrivo con poco più di un’ora e mezza di vantaggio e le gambe di legno, sono soddisfatta e determinata, faccio stretching mentre ingurgito il mio beverone e cerco refrigerio perchè la temperatura è davvero alta oggi.
Riparto, fortunatamente al 100 km avrò di nuovo l’assistenza e questo mi da tranquillità anche se poco può fare per le mie gambe di legno!
Il Covid purtroppo condiziona tanto la partecipazione della popolazione dei paesi che attraversiamo e così, al km 100 dove c’è sempre stata una grande festa, si passa con applausi che arrivano dalle case, nessun bambino che chiede l’autografo, nessuna donna che offre l’uva, pochi anziani seduti ad aspettare “il mondo che passa tutto in una giornata”!
Mi mangio un Magnun che mi mette buon umore mentre accetto un veloce massaggio da un originale fisioterapista che mi soprannomina “la Cleopatra della Spartathlon“.
Con questa immagine nella testa, Cleopatra con i suoi abiti che corre verso Leonida, riparto ridendo ..il traguardo della terza maratona è più vicino. Si fa buio, sono sola lungo la strada stretta piena di curve dalla quale si intravede Nemea ma non si arriva mai, come i rifugi in montagna!
La grande sorpresa al mio arrivo al check point è Iole! Una delle volontarie dell’organizzazione alla quale sono molto moltissimo affezionata e che non avevo visto nei giorni precedenti!
Vorrei abbracciarla, lei pure ma con il suo italiano perfetto mi dice stringendomi forte le mani ” sono felice di rivedervi, vi ho pensato tanto, ho pregato per voi“. Mi scende una lacrima. Spartathlon è anche questo, legami che resistono alla distanza!
Riparto con il cuore che scoppia di emozione, due ore di vantaggio e le gambe che ormai sono di marmo e correre diventa estremamente difficile.
Alterno camminata e corsa e mi rendo conto che se cammino veloce non perdo tempo, faccio meno fatica, spendo meno energie.
Faccio parecchi km in compagnia di Walter, torinese alla sua prima partecipazione. Parla tanto e mi fa piacere perchè i km scorrono più veloci. Affrontiamo la salita al Partenio che per la prima volta per me è libera da nubi e senza pioggia! La discesa è scivolosa, sassosa, sdrucciolevole, orribile..ma nonostante tutto manteniamo il vantaggio!
Nestani e il suo “check point che mi sembra un agriturismo” ci accoglie con il solito calore ed io sono sempre più consapevole che anche se non corro perchè le gambe non ce la fanno, posso gestire i km che mancano camminando veloce (santo Fit Walking!!).
Dal freddo della notte al caldo della mattina, al super caldo della tarda mattinata, i km passano lenti ma passano.
Ad ogni check point cerco il ghiaccio per raffreddare la testa, le braccia, il collo anche se dopo pochi minuti sono totalmente asciutta e sento la pelle bruciare. Una curva, una salita, un’altra curva, la discesa ed ecco che intravedo il 68: da qui si sente “la puzza del piede di Leonida” (cit. Elena)!
Il vantaggio è rimasto, faccio due rapidi calcoli e ormai è fatta…non importa se saranno 35h 59 minuti..ma arrivo!
Il resto del percorso per me diventa un conto alla rovescia dei check point..ne mancano 6, poi 5, poi 4, poi 3…e quando arrivo al n. 73 ovvero 5,5 km da Leonida non riesco a trattenere le lacrime! come nel 2015 percorro quei km camminando, piangendo, salutando tutte le persone che mi urlano “bravo” e applaudono dalle macchine, dalle case, dai negozi, dai vicoli, chi a piedi, chi in bici, chi in motorino! check point 74, lo ricordo è alla rotonda poi si va dritto sempre dritto fino al viale sulla destra che porta al Re!
La freccia per terra, le transenne, la polizia, i bambini, le lacrime scendono, non le trattengo, sono lacrime di gioia, di stanchezza, di soddisfazione, di consapevolezza di essere riuscita ancora una volta a superare me stessa! ed eccolo…corro, sento gli applausi, sento Mr Kostis che dice il mio nome, annuncia il mio arrivo in greco, in inglese, in italiano…
Lorena Brusamento Italia!
Eccomi! Sono arrivata, ancora una volta sono arrivata!