- Sono un pianista, compositore e docente al Conservatorio, dove insegno Teoria dell’Armonia e Analisi, disciplina musicale prettamente teorica. Suono il pianoforte e soprattutto compongo musica, una passione che si è sviluppata nel tempo, sin da quando avevo sei anni.
Infatti sin da bambino mi sono applicato nello studio di questo strumento, inteso dapprima come un divertimento su una tastiera regalatami a Natale e poi, dall’età di dieci anni, come studio vero e proprio che ho affiancato al mio percorso scolastico di adolescente.
La maggior parte della Musica che ho composto, oltre che suonarla nei concerti, l’ho incisa su CD, nove fino ad oggi, e questa cosa rappresenta già uno dei miei sogni che continuo a realizzare con tanta dedizione e tenacia. Ho composto musica per pianoforte, per varie formazioni da camera (per Duo, Trio, Quartetto fino all’ensemble), per orchestra e tanto altro.
In realtà non so come poter definire il genere del mio fare Musica e non amo neanche etichettarlo: è senz’altro una commistione di generi, che partono dalla classica fino a lambire sonorità jazzistiche, che dà vita al mio personale linguaggio comunque abbastanza fruibile e destinato ad un target variegato non soltanto per addetti ai lavori. Forse i più giovani sono più restii ad entrare in contatto con questo mondo musicale.
Il consiglio che posso dispensare per approcciare questo tipo di Musica è quello di avere una giusta dose di curiosità, senza preconcetti alcuni e senza lasciarsi intimidire dalla seriosità degli strumenti classici impiegati (pianoforte, violini, clarinetti, sax, ecc.) e, soprattutto, lasciarsi trasportare con molta naturalezza.
Infatti, provare ad entrare in questo mondo apparentemente lontano dalla musica pop, dal rock o altro è molto semplice. Basta provare a chiudere gli occhi o contemplare qualsiasi bellezza del nostro mondo ed inserire un cd nel lettore (o per i più giovani indossare le cuffiette) e farsi guidare dalle note che si susseguono: in un battibaleno, a volte anche indirizzati dai titoli stessi dei brani, ci si ritroverà immersi nelle varie atmosfere e da qualche parte si andrà!
Si immagineranno cose, si vivranno emozioni già vissute o desiderate, si viaggerà attraverso paesaggi reali od immaginari.
Tutto questo perché quello che scrivo non è altro che espressione pura di sentimenti senza filtri: un momento gioioso, l’emozione di un incontro, la pace dei sensi di un tramonto, il turbamento di un evento, la tristezza, la malinconia, la felicità, l’amore e via dicendo. Tutto questo cerco di raccontarlo sempre attraverso il pentagramma.
E per fare questo, dovrò pur confidarmi con qualcuno! E questo qualcuno è il mio più grande amico: il pianoforte. Mi confido senza inibizioni e senza remore, esternando le mie gioie, le mie ansie e i miei sussulti sedendomi al pianoforte. Suonando nascono la maggior parte delle mie idee che immediatamente immortalo sul pentagramma, traduzione perfetta del mio vivere, del mio sentire e del mio amare. In base poi a quello che voglio raccontare, scelgo eventualmente l’organico, questo strumento anziché quell’altro.
Anni fa, matita e gomma alla mano, scrivevo e concludevo ogni composizione sui fogli pentagrammati, come si faceva un tempo; ora, invece, specialmente per le composizioni che prevedono più strumenti, dopo la prima stesura al pianoforte passo al computer, grazie al quale ottimizzo il tutto avendo nell’immediatezza un quadro completo dell’opera.
Ascoltando per esempio qualche composizione dall’ultimo mio album “Notturno”, ci si renderà conto facilmente che le emozioni possono essere benissimo raccontate anche dalla musica strumentale, senza la necessità di un testo che sia cantato. Musica che nasce dalle emozioni vissute e che viene accolta dalle emozioni di chi la sta ascoltando. Come fossero dei piccoli racconti.
Non mi sarei mai aspettato durante tutto il mio percorso iniziato da bambino di diventare un pianista e compositore che, nel tempo, si è pregiato del compiacimento di tante persone e di personaggi illustri del mondo della Musica: uno su tutti il compianto maestro Ennio Morricone, autore di colonne sonore immortali.
Potrei concludere affermando che la “mia” Musica si lascia ascoltare, poi tutto il resto vien da sé.
Antonio Cocomazzi
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