Storiecorrenti è andata a conoscere da vicino la Ciclovia Spoleto Assisi che collega, attraverso un itinerario completamente pianeggiante, le due bellissime cittadine Umbre.
L’intero percorso può essere compiuto in un’unica giornata decidendo di partire da Assisi per Spoleto o viceversa: in entrambi i casi, all’arrivo della lunga pedalata, sarà possibile tornare alla base di partenza usufruendo di un comodo treno regionale che collega le due cittadine in circa 40 minuti per un costo inferiore ai 5 euro a persona al quale va aggiunto il biglietto per il trasporto della bicicletta.
Abbiamo deciso di pernottare presso la cittadina di Bevagna che rappresenta un’ottima base di partenza per compiere l’intero tragitto con due semitappe di andata e ritorno sullo stesso percorso, dirigendoci dapprima per Spoleto e il giorno dopo ad Assisi.
La cittadina di Bevagna si fregia di essere Bandiera Arancione del Touring Club sia per le bellezze artistiche che offre, ma anche per i servizi di ospitalità che riserva ai turisti. Difatti, oltre a numerosissime possibilità di alloggio presso alberghi, agriturismi e affittacamere è presente una comoda area sosta camper situata in quello che hanno voluto chiamare “Piazzale dell’Accoglienza. Molto silenziosa, gratuita e dotata dei servizi essenziali di carico e scarico la utilizzeremo come “campo base” perché è proprio in camper che abbiamo deciso di andare.
Un frantoio, le mura antiche della città e un piccolo ristorantino presso la “Porta Guelfa” di accesso alla città saranno il perimetro del nostro soggiornare.
L’arrivo del venerdì sera, dopo una settimana di lavoro tutt’altro che in modalità “smartworking” ci ha premiato con un bellissimo cielo stellato e un silenzio che presagisce un riposante sonno, quello che serve per affrontare la lunga pedalata del giorno dopo.
Primo giorno.
Sabato mattina, di buon ora ci svegliamo e, tirate giù le biciclette dal camper, partiamo alla volta di Spoleto.
La ciclovia passa limitrofa all’area sosta camper e sin dalle prime ore del mattino sono molti i runners e i ciclisti che hanno deciso come noi di percorrerla.
Confidando nelle notizie reperite sul web, sebbene non vi sia un vero e proprio portale turistico dedicato (peccato!), altri cicloturisti lo descrivono come un percorso dal manto discreto e percorribile. Per questo abbiamo deciso di utilizzare le nostre bici pieghevoli Brompton al fine di muoverci più agili nelle numerose soste “mangerecce” che vogliamo affrontare in questa due giorni a base di pedali e bontà tipiche.
La prima tappa verso Spoleto è prevista essere di circa 70 km di lunghezza tra andata e ritorno e, non conoscendo se riusciremo a trovare rifornimenti o altro lungo il percorso, decidiamo di portarci dietro acqua a sufficienza e barrette energetiche.
Mai scelta fu più azzeccata poiché il primo ristoro disponibile e facilmente raggiungibile lungo la ciclovia lo troveremo solo a circa 2.5 km prima dell’ingresso a Spoleto.
Un vero peccato perché lungo tutto il tragitto sono moltissimi i ciclisti che abbiamo incontrato di cui molti certamente cicloturisti stranieri e siamo certi che un punto ristoro avrebbe sicuramente successo.
Il percorso risulta abbastanza ben segnalato e ripercorre gli argini dei canali del torrente Teverone e quindi del Clitunno verso Spoleto.
Totalmente protetto su sede propria, a parte alcuni piccolissimi tratti in cui si passa da una all’altra sponda dei torrenti, il paesaggio è un susseguirsi di filari di querce, coltivazioni di tabacco, uliveti, vigneti, maneggi nonché alcuni passaggi su ponti a volta d’epoca con relative chiuse e immancabili mulini.
Visto il percorso totalmente pianeggiante ben si adatta ad essere usufruito anche con bimbi al seguito che incontriamo spesso lungo il percorso.
In alcuni tratti abbiamo sofferto il caldo torrido di questo fine settimana di agosto ovviamente più evidente nei tratti completamenti esposti al sole.
A circa 25 km dalla partenza la ciclovia sembra terminare.
Volgendo lo sguardo oltre il ponte stradale sulla sinistra si nota però la ripresa del percorso. Siamo a circa 10 km da Spoleto e dei pannelli informativi piuttosto malconci indicano che da quel punto ci troviamo sulla “Green Way”.
D’ora in poi a terra, ogni 500 metri, una pietra d’inciampo metallica indica la distanza rimanente e percorsa verso Spoleto.
Finalmente dopo tanto guardarci intorno incontriamo il primo ristoro facilmente usufruibile essendo praticamente di fronte alla ciclabile. Si tratta del ristorante “Le Chateax du Pep” e scopriremo poi che Pep non è né Peppe e ne Peppina ma il diminutivo di “Peperoncino” viste le bellissime piante di peperoncino presenti nel dehor del bel ristorante.
Parliamo amabilmente con la titolare e con la ragazza che immaginiamo essere la figlia. L’azienda, a conduzione familiare, rimane aperta di giorno oltre gli orari del pranzo e della cena “solo” per dare un ristoro ai numerosi ciclisti di passaggio essendo prevalente l’attività di ristorazione. Sono inoltre disponibili due camere per gli ospiti, il posto è davvero molto carino e ci dicono si mangi benissimo. Merita certamente la sosta tanto che sembra esserci un piccolo cicloraduno tanti sono i ciclisti che si fermano anche solo per un caffè e una bottiglietta d’acqua.
Ci complimentiamo con i titolari, consumiamo la nostra meritata birretta accompagnata da una portata di bruschette e dichiariamo, senza mezzi termini, che li deruberemo di un peperoncino!
Torneremo sicuramente e parleremo di voi!
Arriviamo a Spoleto.
Poco prima dell’ingresso in città coincidente con il termine e quindi partenza della “GreenWay” del ritorno, incontriamo la sede del Bicigrill “Terminal Le Mattonelle” di Spoleto.
Lo troviamo chiuso, ma da quel che capiamo si tratta di un Ristorante, Pizzeria, Bicigrill, noleggio bici assistenza e l’ampio parcheggio pubblico antistante la struttura può essere utilizzato come parcheggio camper.
Molto carina la struttura, ci promettiamo di tornarci sicuramente e di farne base di partenza per una futura visita quando affronteremo la “Spoleto – Norcia”, un percorso più impegnativo che collega le cittadine umbre lungo il tragitto della vecchia linea ferroviaria ora dismesso.
Peccato aver trovato chiuso il Bicigrill proprio in un sabato d’agosto e con decisa affluenza, ma capiamo anche che gli orari della ristorazione spesso mal si conciliano con le attività di ristoro lungo tutto l’arco della giornata. Ci sono però numerosi cartelli che indicano numeri di telefono se si dovesse aver bisogno di assistenza tecnica sulle biciclette.
Entriamo in Spoleto percorrendo le strade della cittadina che, come in ogni “Sabato del Villaggio” d’epoca moderna che si rispetti, ci riserva un po’ di traffico senza però essere percepito pericoloso.
Raggiungiamo d’intuito il centro della bellissima cittadina e ci inerpichiamo a pedali lungo le stradine che portano alla vetta del Duomo della città, la Cattedrale di Santa Maria Assunta.
Nel raggiungerla in piedi sui pedali e vergognosamente a piedi nei tratti più “erti”, simulando interesse per le vetrine dei negozi che incontriamo, non possiamo non rivolgere un affettuoso saluto allo spensierato e fischiettante Don Matteo che sui pedali della sua bici, rigorosamente monomarcia, percorreva le vie della cittadina umbra, set cinematografico della fortunata omonima serie TV.
Spoleto è bellissima e merita la visita.
Pedalare lungo le mura di cinta della Fortezza Antica, la Rocca Albornoziana, ci regala un panorama bellissimo. Ad ovest, possiamo ammirare la piana della valle umbra nata per opera dell’uomo sull’area che in epoca preistorica era la sede di un vasto lago alluvionale, il Lacus Umber, che venne prosciugato definitivamente nel medioevo con opere di bonifica ed è proprio il tragitto che abbiamo appena percorso,. Sul lato opposto, verso est, si possono ammirare i verdissimi monti che delimitano la Valnerina e il Ponte delle Torri, un incredibile opera architettonica d’origine tardo romana. Lungo 230 metri ed alto 82, rappresenta il monumento simbolo della città. Si tratta di un ponte ma con le funzioni di acquedotto e per questo la colossale opera viene definita un’anomalia per l’epoca essendo, di fatto, un’opera prettamente destinata all’utilizzo civile.
Dopo un veloce pranzetto volgiamo le nostre bici verso il punto di partenza, Bevagna dove torniamo in serata ripercorrendo esattamente il medesimo percorso.
Secondo giorno.
L’indomani, complice un fresca nottata trascorsa in camper, ci svegliamo presto ed inforchiamo le nostre bici in direzione di Assisi.
Il percorso parte esattamente alle spalle del parcheggio di Piazzale Accoglienza e questa volta si percorrono sia tratti in sede protetta che strette strade secondarie, sempre lungo l’argine del torrente Teverone che nella sua ramificazione che percorriamo, ora prende il nome di Timia.
Pur essendo strade aperte alla circolazione il traffico è pressoché inesistente.
Si pedala lungo filari di vite carichi della pregiatissima “uva sagrantino” e, diversamente dal percorso del giorno precedente, si incontrano altri centri abitati dove poter usufruire di una pausa di ristoro.
Il percorso è meno segnalato in questo tratto ed è bene ricordarsi alcuni punti di passaggio dell’andata che sarà utile sul ritorno. Infatti i cartelli sembrano orientati quasi esclusivamente in direzione Assisi. Fateci caso e semmai, come dei piccoli Hansel e Gretel, lasciate segni del vostro passaggio.
Dopo circa 40 minuti di pedalata dalla partenza entriamo nel paesino di Cannara e attraversiamo il ponte sul torrente che d’ora in poi sarà un discreto fiume. Ci allontaniamo dagli argini e percorriamo viali deserti sulla piana agricola prima di intersecare la superstrada Perugia – Siena che attraverseremo con un sottopasso per fare ingresso al paesino di Rivotorto di Assisi. Ù
Subito dopo il sottopasso incontriamo un’interessantissima pasticceria panetteria dove ci rifocilliamo per onorare i chilometri percorsi.
Le indicazioni turistiche indicano la presenza di un Santuario Francescano a Rivotorto di Assisi poco lontano dalla destinazione di Santa Maria degli Angeli.
Lo raggiungiamo e scopriamo che all’interno è ricostruito “il Tugurio” luogo dove San Francesco d’Assisi con i suoi primi compagni decise di stabilirsi per pregare, meditare e lavorare alla fondazione del Fratellanza Francescana privandosi di tutto e stabilendosi in questi “Tuguri” rappresentati da piccole costruzioni in pietra senza alcun ornamento.
E qui che abbiamo capito la curiosa intenzione rappresentativa di chiamare “Al Tugurio” un piccolo B&B appena incontrato e che aveva suscitato in noi non poche riflessioni sullo strano modo di chiamare un luogo a vocazione turistica.
Dopo il santuario incontriamo il cantiere per la realizzazione di una pista ciclabile che sembrerebbe venga presto inaugurata, visto lo stato d’avanzamento dei lavori e che collegherà il santuario di Rivotorto alla Basilica di Santa Maria degli Angeli.
Proseguiamo quindi sul vecchio percorso seguendo le indicazioni per Assisi.
Arriviamo al bivio che ci porta a sinistra verso la stazione di Assisi e quindi verso la Basilica di Santa Maria degli Angeli o a destra in pronunciatissima salita verso Assisi che vediamo svettare lassù in alto sul monte Subasio.
Decidiamo che le nostre gambe e quindi il nostro giro possa invertire la rotta e volgere al termine.
Entriamo nel paesino omonimo della bellissima basilica, costruita a protezione e venerazione della Porziuncola, l’originaria chiesetta che Francesco riparò in obbedienza alle parole del Crocifisso di San Damiano e dove è in corso la messa domenicale e che quindi visitiamo frettolosamente.
Decidiamo di attraversare la stazione dei treni di Assisi percorrendone il sottopasso ciclopedonale.
Prendiamo le indicazioni per il santuario di Rivotorto che ci porterà a riprendere il percorso dell’andata ma ci troviamo a percorrere la ciclabile in costruzione che avevamo incontrato vicino al santuario di Rivotorto e che in alcuni tratti dove ci troviamo è già aperta al passaggio.
Questo ci porterà ad incontrare, a circa 200 metri dal Santuario, il Cimitero Militare Commolwealth di Assisi, di cui non conoscevamo l’esistenza e ne avevamo notato alcuna indicazione in merito lungo il percorso.
Il Cimitero ospita i resti di 949 caduti della 2^ guerra mondiale.
In queste terre tra il 28 e il 30 giugno del 1944 l’esercito di liberazione con le forze dell’Impero Britannico incontrò in zona una forte resistenza da parte dei tedeschi lungo quella che venne poi chiamata la “linea del Trasimeno” prima ancora di assestarsi sulla “linea gotica” più a nord lungo l’appennino tosco-emiliano.
Tantissimi i giovani sepolti e su molte lapidi sono incise le dediche delle madri e dei familiari ai loro cari.
E’ struggente leggere l’età di questi giovani, moltissimi dei quali solo 19enni, proprio come nostra figlia.
Un momento per riflettere, dopo tanta bellezza e pace, che se oggi siamo spensierati a goderci una gita a pedali, lo dobbiamo anche a questi ragazzi che hanno contribuito con il sacrificio massimo della loro vita a rendere il nostro bellissimo paese, perlopiù a loro all’epoca sconosciuto, più libero e ai quali va la dedica e il ringraziamento per questo meraviglioso weekend appena trascorso.
Marcello Perotta per Storie Correnti, 24 Agosto 2020
Infoline
Percorso Bevagna – Spoleto:
Percorso Bevagna – Assisi: