Camminare per unire due punti su una carta geografica l’uomo lo considera da sempre un gesto evolutivo.
Lo ha fatto per scoprire nuovi orizzonti, per confrontarsi con una natura a volte dura e selvaggia e, da alcuni anni, per trascorrere una vacanza diversa.
Il camminatore moderno è un viaggiatore dell’anima, come spesso si definisce. La sua voglia di “andare” è pura libertà, senza vincoli, né limiti geografici. La curiosità è utile a capire dove può arrivare con la sola forza delle gambe, senza consumare altre energie se non quelle personali.
Sta tutto qui il mondo del trekking: seguire un percorso scoprendo i luoghi e conoscendo mille storie di chi li ha vissuti prima di te.
Con i confini nazionali assediati dal contagio lo scorso anno siamo andati alla scoperta di città e panorami che forse non avremmo visto. Le conseguenze di un lockdown lungo e complicato, sotto molti aspetti, non ha generato solo nevrosi sociali e difficoltà economiche.
Anche questa estate sarà probabilmente la vacanza più italiana di sempre.
La nostra indole di gente di sport ci ha fatto capire che con poco possiamo fare tanto e l’Italia in questo è maestra di adattamenti sociali.
Facile farlo in un paese che da solo racchiude il maggior numero di siti patrimonio dell’umanità riconosciuti dall’UNESCO , ma il problema più grande è che non li abbiamo mai abbastanza valorizzati come “consumatori” del prodotto nazionale della bellezza.
Se è vero che per correre bastano un paio di scarpe e buone gambe, per affrontare una vacanza da camminatori ci vogliono poche cose in più, ma ciò che accomuna le due attività all’aria aperta è una predisposizione ad “usare” il corpo per unire quei due puntini sulla carta topografica che hanno segnato lo sviluppo e la crescita di intere generazioni.
Camminare non è facile, e anche per il maratoneta più esperto è un’azione che non ha nulla a che fare con la corsa. Un’andatura lenta ma solo all’apparenza, tenere un passo con una media di 10/11 minuti a km per tutto il giorno, su terreni spesso non facili, può sfiancare anche il trailer più capace.
Così, per non trovarsi davanti a viaggi che si potrebbero rivelare delle vere disfatte, la cosa migliore è iniziare con delle escursioni giornaliere, anche partendo dalla nostre città, testando le dotazioni, andando alla scoperta delle vecchie carrettiere o strade bianche di cui l’Italia è ricca.
E’ bello vedere tanti amici podisti che quest’estate hanno saputo reinventarsi nelle spoglie del “camminatore atletico”,
che per sopperire al bisogno di comunità e di impegno fisico si è unito ad altri amici, organizzando, per tempi e modi, vere e proprie “ultra della camminata”, dalle impervie cime alpine e appenniniche alle “traversate d’intere regioni, tanti anche riconvertendosi con la bicicletta.
Sostanzialmente una forma di vacanza capace di appagare il senso dell’impegno fisico intenso e prolungato, unito al bisogno di appartenenza ad una comunità, esaudito dalla presenza nei sentieri di vere e proprie bande di amici podisti uniti dall’eccitante avventura estiva…
Sul web ci sono tantissimi siti dove poter prendere spunti.
Per questa estate anche il Mibact, in collaborazione con Fondazione Symbola e il quotidiano La Repubblica, promuovono il “Rapporto Piccoli comuni e Cammini d’Italia”, uno studio realizzato da Symbola con Ifel. Un viaggio composto da 44 itinerari in 15.400 km che si snoda lungo tutta la Penisola e le isole, attraversa 1.435 comuni, di cui 944 piccoli.
Ma a noi piace molto il sito camminiditalia.org, la più grande comunity italiana sul trekking. Potrete trovare consigli tecnici e percorsi in tutto il paese, i diari di viaggio e come iniziare e da dove.
Camminare è un’arte, e farlo nel paese più bello del mondo è ancora più bello.
Buon cammino a tutti