Immaginate di essere in uno dei vostri sogni più profondi, in quelle notti senza tempo, dove si nascondono i vostri desideri più audaci… sbirciate laggiù in fondo agli sbadigli andati, ascoltate la musica narrante e infine, siate ciò che le note suggeriscono…
Che sia un uomo, in mezzo alla prateria di un Paese polveroso, che lento conduce il suo cavallo…Indifferente con il suo cappello storto e gli abiti sudici e sudati, mastica dietro le labbra affondate nella barba un eterno tabacco, in attesa di vincere la sua personale guerra contro chiunque arriverà…
Che sia un bambino, in un cinema dei primi anni, in un Paradiso di provincia dell’abbagliante Sicilia, dove le luci della cinepresa sapranno di speranza, di quella speranza fuggita nei baci censurati e poi rubati, ritrovata infine, nei trucchi del mestiere, nei sorrisi estasiati e sorpresi di chi si lascia incantare dall’illusione dello spettacolo…
Che sia un missionario gesuita, in mezzo alle foreste piovose del verdeggiante Sudamerica, pronto a salvare per essere a sua volta salvato, stupito da se stesso, tradotto negli occhi di chi ha ucciso già un uomo bianco dalla barba nera che, tuttavia, non suonava l’oboe…
Che sia un fumatore d’oppio, fuggito da un America affogata nelle promesse che troppo prevedibilmente non ha mantenuto; prima tra tutte quella di un amore sincero, in grado di superare le differenze sociali, di accettarle e di fiorire pur nella violenza, pur nelle peggiori manifestazioni del potere più bieco.
Che sia un poliziotto del proibizionismo, fiero e furbo, a capo di una squadra di guerrieri urbani pronti a morire per fare il loro dovere, molto lontani dall’essere solo chiacchiere e distintivo; inarrestabile, persino di fronte al dolore della perdita del suo soldato più anziano e più saggio, per mano di quella violenza un po’ vigliacca, che i delinquenti conoscono bene.
Che sia una donna, borghese e annoiata che viene invitata a giocare all’amore, con un uomo più giovane, un gigolò, che disattendo il suo ruolo si innamora di lei fino a tentare il suicidio. Si salva infine, partecipando a un tavolo fino ad allora proibito, nella visione di un triangolo amoroso anticonvenzionale che negli anni di allora lascia l’Italia basita.
Dove vi porterà questa musica che viene dalla veglia, e che ad occhi aperti li ritorna per consentirvi di rendere più sopportabile la realtà?
Dove sarete stanotte nei vostri sogni? L’alba del giorno che arriverà, quali deliziose visioni concederà alla vostra mente nello svolgersi delle ore diurne?
Ma soprattutto, saprete davvero chi siete? Sospesi tra la realtà e il sogno, accompagnati solo dalla tangibilità, in entrambe le dimensioni, di una musica dal potere creativo, che potrebbe rendervi, se lo vorrete, qualcuno che avete sempre desiderato essere.
Perché è questa Ennio la tua magia: condurre tutti noi, già dalle prime note, in vite che non avremo mai potuto vivere senza le tue colonne sonore.
Siamo stati tutti Max o Noodles, siamo stati Al Capone o forse Eliot Ness, senza dubbio alcuno ognuno di noi è stato Trinità o Bambino, e abbiamo desiderato con tutte le nostre forze, essere Il Biondo e sopravvivere all’arsura del deserto.
E’ la capacità di regalare sogni alle persone che rende immortali, in una eternità a cui si può aspirare solo con l’arte, di cui la musica è l’espressione più fruibile…
Ciao Ennio, vado a mettermi il cappello da cow boy…
https://www.youtube.com/watch?v=Wmdu9VAkZ4s
Chiara Agata Scardaci