Credo che sia un valore che mi hanno omologato alla nascita. La libertà.
Per tutta la vita ho cercato di non scendere mai a compromessi e l’ho rincorsa come una bambina rincorre un palloncino colorato che sta per perdersi nel vento.
Non ho mai pensato che la libertà potesse essere un valore assoluto, anche perché avrei dovuto essere l’ultimo uomo/donna sulla terra affinché la mia libertà fosse a 360 gradi, quindi la vedo come una bolla intorno a me che ha il suo confine dove comincia quella del mio vicino, un po’ come il distanziamento sociale.
Questa cosa mi fa sorridere. Accomunare la massima espressione del concetto di libertà alla massima costrizione imposta dall’uomo.
Per me libertà significa una montagna di cose, tutte diverse tra loro. Piccole sfaccettature della mia esistenza, cariche di un significato profondo.
Mi sento libera quando conquisto un obiettivo senza dover scendere a patti, quando porto la spesa a casa da sola, caricandomi di 12 buste e due casse d’acqua in un viaggio solo e dico a me stessa “ce l’ho fatta!” O quando completo un lavoro e so che ho mantenuto la mia integrità, con le mie sole forze.
Come si colloca questo nella mia passione per la corsa?
La corsa di per se è una delle massime espressioni di libertà esistenti.
Sei solo. Detti il tuo tempo. Occupi il tuo spazio.
Se sei fortunato puoi correre in alcuni dei posti più belli del mondo, accanto al mare, in montagna, su sentieri incontaminati respirando tutti gli odori della terra.
Entri in contatto con la tua fisicità.
Parli con il tuo corpo che ti risponde a tono.
Acceleri e lui aumenta il respiro, sei in salita e senti la fatica nelle gambe, rallenti e senti il motore che rallenta i suoi giri.
Niente intorno può scalfire quell’equilibrio che hai creato, quella danza che puoi ballare da solo e i cui passi scandiscono un ritmo tribale fatto di una sola nota che si ripete ogni volta che il piede batte sull’asfalto. tum, tum, tum.
Puoi correre nel caos e nel traffico della città o su incontaminati percorsi di montagna, improvvisamente tutto intorno tace e si crea una armonia di suoni e immagini all’interno del tuo corpo.
La sensazione è simile a quella della meditazione. Dopo una prima fase di ascolto del se in cui si stabilisce un contatto profondo, comincia il viaggio.
Personalmente non credo che ci sia un’espressione di libertà più alta del viaggio.
Il viaggio inteso come scoperta del mondo o il viaggio inteso come scoperta dell’io più profondo.
Ci sono posti meravigliosi su questo pianeta, non devo essere certo io a dirvelo, ma ci sono altrettanti posti meravigliosi nei vostri pensieri, nella vostra mente, nel vostro cuore.
È proprio questo la corsa. Un viaggio all’interno della propria anima.
Quando si spezza il fiato e tutti i contorni, liberati dalla fatica, riprendono la loro forma, quando subentra quella sensazione del “potrei andare avanti così all’infinito”è allora che comincia il viaggio. È allora che state cominciando a svelare la vostra vera essenza.
Non vedrete colline incontaminate, con vigne a perdita d’occhio. Non vedrete ghiacciai perenni, ne onde perfette. Vedrete voi stessi per quello che siete realmente.
Detto così, a chi non ha maturato la certezza che al mondo non abbiamo migliore amico di noi stessi, sembra una cosa orribile. Molti hanno la convinzione di essere persone orribili, altri sono insoddisfatti o hanno timore di quello che li circonda, non si sentono all’altezza.
Posso garantirvi che non è così. Parlo da persona che non si è mai amata un granché. Ho sempre cercato fuori di me l’amore, la passione, l’impegno e la dedizione perché ero certa di non averne, perché mi sentivo brutta o ridicola o avevo paura di apparire stupida, invece scavando nel profondo ho trovato una persona piena di colori, che ha voglia di sorridere, che non ha paura di prendersi in giro.
Un giorno ho messo delle scarpacce da palestra, un legging e una canotta e sono uscita a correre, ho avuto paura di morire. Mi mancava il fiato, mi sentivo soffocare, ero partita troppo forte e il mio corpo non reggeva, lo stavo tirando troppo, stavo andando oltre.
All’improvviso ha preso lui il comando e mi ha costretta a rallentare. Il corpo guidava la mente inconsapevole.
Così fa il corpo.
Come una macchina, sentirete il momento in cui state andando e quella felicità che dura un istante in cui dite a voi stessi “ce l’ho fatta”.
È esattamente in quel momento che si raggiunge l’equilibrio ed è lì che entriamo in contatto con noi stessi. Comincia il dialogo. Si scopre una persona nuova, si aprono mondi fatti di colori e aspettative, gli obiettivi prendono forma e la strada diventa una linea guida. Un filo di Arianna che ci porterà fuori dal labirinto delle nostre insicurezze.
Vedremo una persona nuova. Qualcuno che non credevamo che esistesse Il nostro migliore amico.
Ciao, sono Ludmilla e mi voglio bene.