Il mio amico Brad detto “Er Catena” lavora in centro e di prendere mezzi pubblici o l’automobile proprio non gli va ora che tornerà a lavorare dopo il lockdown.
E’ sempre stato un ragazzo attento alla sostenibilità dei suoi comportamenti e, saputo degli incentivi, ha deciso che era un’ottima occasione poterne fare uso ma è un po’ indeciso su cosa scegliere per andare a lavoro.
Mi ha chiamato l’altro giorno al telefono e ha risposto mia moglie che subito me l’ha passato, Lei non ci vuole mai parlare…:
“Amò c’è Brad al telefono! Vuole sapere cosa si deve comprare visto che tu rompi tutto il giorno ‘co ‘ste bici…. anzi leva quella bici dal salone intanto!!!!”
Brad è un tipo da scelte giuste (vedi Angelina o Jennifer per esempio ndr) e di prendere un bidone proprio non se ne parla.
Allora Brad senti…. hai ten minutes?
Yes of course…
Il decreto rilancio Italia ha definito quali sono i mezzi che puoi acquistare con l’incentivo (Bici, bici a pedalata assistita, micro mobilità elettrica, abbonamenti a bike e monopattini in sharing).
E’ recentissima la faq del Ministero dei Trasporti che ha stabilito in che modalità andrà richiesto. Riportiamo in sintesi:
Per ottenere il contributo basterà conservare il documento giustificativo di spesa (fattura) e, non appena sarà on line, accedere tramite credenziali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) sull’applicazione web che è in via di predisposizione da parte del Ministero dell’ambiente e accessibile anche dal suo sito istituzionale.
Ricordati che è valido per tutti gli acquisti effettuati a far data dal 4 Maggio, coincidente con l’avvio della fase 2 essendo un intervento finalizzato a migliorare la qualità ambientale delle grandi città e l’erogazione del fondo è gestita dal Ministero dell’Ambiente.
Infact, i want a city bike and not a sport bike!
…mi dice al telefono.
La scelta consapevole.
“Brad, dopo tanti anni di utilizzo di una bici in città per recarmi a lavoro, per conoscere quale fosse quella giusta per me, dopo l’ennesima bicicletta entrata in casa, ho rischiato la crisi coniugale….
Dillo a me!..
…mi risponde in italiano….
Vista l’entità dell’incentivo, i 500 euro di rimborso massimo si ottengono acquistando una bici, o altro mezzo previsto dal decreto, che abbia il valore di almeno 833,00 euro. In questo caso pagheremo la bici, al netto del rimborso, solo 333 euro. Un vero affare. Altrimenti concorrerà fino al 60% massimo della spesa.
Con quella cifra si acquistano discrete bici “muscolari”, ottimi monopattini ma pessime biciclette a pedalata assistita.
LA BICICLETTA “MUSCOLARE”
La bici muscolare trova nelle vostre gambe l’energia per portarvi a destinazione.
Escludendo le biciclette da corsa che pure rientrano nell’incentivo ma che in ambito urbano non avrebbero la giustizia d’uso che meriterebbero, oltre al costo, di solito molto elevato, che minimizza il valore dell’incentivo facendolo diventare uno sconto normalmente ottenibile in fase di acquisto di una bici da corsa, anche senza incentivo.
Nel commuting urbano casa-lavoro riveste particolare importanza la postura del vostro corpo mentre pedalate. Ci sono diverse tipologie di biciclette, elenchiamo le più diffuse e i loro utilizzi:
Una mountain bike (Mbk), ad esempio, è una bici ideale se potete sfruttare percorsi attraverso ville e parchi. La sua forcella ammortizzata aiuta inoltre sui basolati stradali. La sezione larga della ruota e la sua impronta a terra da 2.10 – 2.35 pollici sono però un freno aerodinamico importante che affatica la pedalata. La Mbk viene venduta priva di parafanghi e portapacchi che dovranno poi essere acquistati successivamente. Calcolate circa 70 euro di spesa per entrambi gli accessori di buona qualità. Il manubrio, largo nell’impugnatura, non aiuta la maneggevolezza nel traffico e la posizione del vostro corpo, caricato sull’anteriore, a breve vi darà fastidio. Le selle striminzite, normalmente fornite, sono adatte per essere cavalcate con pantaloncini imbottiti. Per concludere, vista la postura avanzata, risulterà innaturale girarsi con la testa per vedere i veicoli che seguono.
La bici da città o city bike è una bicicletta dalla postura comoda piuttosto verticale e dal manubrio che avanza verso il ciclista rendendo la distanza delle spalle al manubrio più corta con le braccia meno distese.
Le city bike possono essere dotate di forcella ammortizzata anteriore che aiuta la scorrevolezza su strade accidentate. Sono dotate di parafanghi e portapacchi posteriore dove appendere una borsa laterale utile a trasportare oggetti o la catena antifurto. Montano ruote da 28 pollici di diametro che hanno sezioni piuttosto strette (da 32 a 35 / 38 max 42 mm) e quindi più scorrevoli delle mountain bike.
I costruttori spesso prevedono linee telaio con geometrie specifiche per le donne con tubo orizzontale (il tubo che va da manubrio a sella – a destra nella foto) e piuttosto inclinato che consente di scendere comodamente dalla bici anche indossando una gonna. La versione maschile ha invece un tubo orizzontale quasi parallelo al terreno.
La Bici Trekking è invece una bici con ruota da 28, il telaio ha una geometria più vicina a quello di una mbk ma le ruote hanno la sezione da city bike ma presentano il battistrada scolpito per utilizzarle anche su sterrato facile. Possono essere dotate di parafanghi e solitamente di portapacchi comprati in after market.
La bici Gravel, è presente da pochi anni sul mercato. Coniuga l’impostazione telaistica simile a una bici da corsa. La forcella è rigida e può essere in acciaio, alluminio o carbonio.
La forcella in carbonio oltre che risultare più leggera, sopperisce alle asperità del terreno con maggiore flessibilità. I telai bici sono solitamente in alluminio o acciaio con i primi che risultano più rigidi ma anche più leggeri dei secondi e i secondi in acciaio leggermente più pesanti ma più flessibili sulle asperità e pertanto più “confortevoli”.
Molto comoda per macinare chilometri, una bici Gravel è la tipica bici usata per i cicloviaggi intorno al mondo, magari in acciaio, vista la più larga diffusione della saldatura per questo metallo piuttosto che la saldatura al tig per l’alluminio semmai dovesse esserci la necessità di saldare un pezzo di telaio durante il viaggio.
La bici Gravel monta un manubrio simile alle bici da corsa che può essere avvicinato alzandolo verso il ciclista con il cambio integrato sulle due leve freni. Una coppia di leve freni tradizionali aggiuntive replicano i comandi dei freni sul manubrio, utili per pedalare e frenare con la posizione del busto semieretta. Sono bici molto performanti e veloci, dalla geometria sterzo agile e predisposte per montare portapacchi essendo dotate di fori filettati nel telaio. Le bici Gravel alleggerite e senza accessori possono essere utilizzate anche come bici sportiva da Ciclocross (Bici da corsa su strade bianche).
Le bici pieghevoli. Una delle maggiori criticità nell’utilizzo di una bici in città sono i furti. A questi si sopperisce con due sistemi. La difesa attiva o passiva.
Le bici pieghevoli godono di un’intrinseca difesa attiva ai furti poiché, una volta ripiegate, diventano parte integrante della vostra giornata, sotto la scrivania dell’ufficio come nell’ingresso di casa dove la riporrete.
Le bici pieghevoli consentono di guadagnare spazio e tempo prezioso partendo e arrivando a destinazione ed eliminando i tempi di presa e consegna in un box o cantina o anche quelli necessari per cercare un parcheggio e legarle. Sul panorama pieghevoli la differenza la fa la tecnologia, i materiali usati e le dimensioni una volta ripiegate. Di solito, le più semplici, si chiudono a libretto. Collassano in tre parti invece, con incredibili evoluzioni, le più prestigiose.
La bici pieghevole è ammessa a viaggiare in qualsiasi orario sui treni metropolitani regionali e sulle metropolitane come sui bus senza la necessità di acquistare un secondo biglietto risultando un’ottima alleata nella cosiddetta intermodalità: la combinazione di due o più mezzi di trasporto auto+bici treno/metro + bici.
Le ruote hanno diametro da 20 pollici o 16 pollici. Normalmente non sono dotate di ammortizzazione anche se il modello inglese in foto ha un forcellone posteriore ammortizzato con un tampone in gomma. Discriminante nella scelta il peso e la compattezza e la maneggevolezza nel trasporto che può compromettere la comodità del trasporto intermodale. Attualmente utilizzo con grandissima soddisfazione la regina delle bici pieghevoli, la londinese Brompton.
Thanks Marcello but “Rome wasn’t build in a day” and has the famous seven hills!!
Yes Brad, but there are also the e-bikes!
LE BICI A PEDALATA ASSISTITA
Il mio amico Brad non è proprio uno scansafatiche, anzi tutt’altro. Lui non conosce bene la nostra città, e non sa che furono proprio i Romani a raggirare, con le strade consolari, gli insidiosi Sette Colli faticosi oggi in bici come per le bighe di un tempo. E’ vero, ci sono, ma alcune volte basta scegliere un percorso, magari meno diretto, ma più lieve.
Le biciclette a pedalata assistita, conosciute come e-bikes hanno rappresentato la vera novità nel panorama a pedali degli ultimi anni. Introdotte agli inizi sul mercato da importatori di improbabili prodotti cinesi via via migliorati, il settore ha fiutato le potenzialità e il grande gruppo tedesco Bosch ha sviluppato il primo motore a pedalata assistita direttamente collegato al mozzo centrale rivoluzionando la tecnologia e aumentando il piacere di pedalare.
Sia chiaro: con l’importo dell’incentivo non si acquista un granché.
L’incentivo può concorrere però a pagare, con un ottimo taglio di prezzo, una bicicletta che normalmente può costare almeno duemila euro. La pedalata assistita si basa su due tipi di tecnologie:
Motore nel mozzo ruota o nel motore centrale.
Le bici con il motore nel mozzo ruota sono più economiche ma la sensazione alla pedalata è quella di essere tirati (davanti) o spinti (motore posteriore). L’attacco e lo stacco dell’assistenza non sono quasi mai dolci e questo può generare fastidio nei passaggi a pedali a velocità a passo d’uomo. Il motore sul mozzo ruota poi, per il suo peso, rende la bici poco maneggevole se è posto sulla ruota anteriore soprattutto nelle prime fasi di partenza.
Al contrario, se il motore è sul mozzo posteriore dove di solito alloggia anche la batteria ricaricabile in queste tipologie di bici, lo sbilanciamento posteriore è marcato. Le batterie sono sempre agli ioni di litio senza effetto memoria e formate da pacchi di celle di singole batterie siglate N18650 che rappresentano ormai uno standard nell’immagazzinamento d’energia nell’e-motive.
Le bici a motore centrale hanno una caratteristica fondamentale. Il motore ed il suo peso sono posti in basso, ad altezza pedali e favoriscono il baricentro della bicicletta che, unito alla batteria solitamente posizionata sul tubo obliquo, rendono molto stabile e gradevole la pedalata. Il motore, direttamente collegato ai pedali, annulla ogni incertezza e l’attacco dell’assistenza è immediato, molto docile e commisurato alla richiesta di potenza da applicare alla pedalata determinata da una serie di sensori che valutano i parametri di coppia, di inclinazione e di velocità.
Maestra di questa tecnologia è stata la Bosch che ancora oggi con il motore Active, Active CX o Performance CX detiene la quota maggiore di mercato.
Seguono Shimano, Yamaha, Brose ed altri produttori minori sempre a motore centrale. I motori sono poi adottati dai vari produttori di biciclette che le hanno in catalogo.
Una bici a pedalata assistita regala grande piacere di pedalata.
Ha vari livelli di potenza, di solito 4: Eco, Tour, Sport, Turbo. Io personalmente ne ho usata una a motore centrale Bosch per un paio di anni e, sebbene sia “l’ennesima bicicletta” ancora non ho il coraggio di venderla perché è davvero un’alleata straordinaria per chi deve fare un po’ di chilometri, diciamo oltre i 10, nel tragitto Casa – Lavoro e vuole arrivare fresco come una rosa, soprattutto d’estate, avendo comunque effettuato una discreta attività cardio.
Se vuoi faticare e lavorare con le tue gambe, puoi sempre disattivare l’assistenza, pur lasciando l’elettronica in funzione. In questo caso pedalerete una bici del tutto normale se non per l’aggravio di peso relativo a motore, elettronica e batteria (circa 25 kg il peso di una bici a pedalata assistita) Con l’assistenza al minimo, in modalità ECO nei motori Bosch, il supporto dell’assistenza amplifica del 40% la potenza “umana” applicata ai pedali fino ad arrivare a un + 400 % della modalità Turbo di un motore Cargo Line studiato per assemblare le bici dei corriere a pedali adatte a trasportare grandi pesi.
La velocità di queste biciclette è limitata, per legge, a 25 km/h il che significa che oltre tale velocità potete anche andarci ma il motore staccherà l’assistenza e pedalerete al 100% con le vostre gambe. La potenza di questi motori è limitata a 250watt.
La circolazione è libera come per le bici su strade comunali, provinciali e statali, zone pedonali (ove non espressamente vietato) e parchi cittadini, ovviamente escluse autostrade, strade a scorrimento veloci, tangenziali e superstrade.
Normalmente dotate di display Lcd che fornisce molti dati come velocità istantanea, km percorsi dall’ultima ricarica, orologio, km di autonomia residua, livello di assistenza. La consolle può essere dotata di porta usb per la ricarica di dispositivi esterni. Il display può essere amovibile e addirittura, nei modelli più prestigiosi, dotato di navigatore GPS integrato.
Personalmente la bici a pedalata assistita mi ha dato grandi soddisfazioni. L’acquistai perché pratico running, dovreste sapere di cosa si tratta …..
Mi alleno la mattina molto presto. Mi capitava di fare lavori pesanti con ripetute e lunghi alle 5.30 di mattina e rimettermi poi sui pedali alle 8 per recarmi a lavoro, uscire la sera dal lavoro e andare in piscina. La bici assistita mi ha fatto allargare l’orizzonte del limite di utilizzo nelle potenzialità, quasi come quelle di uno scooter monoposto, potendo contare su distanze maggiori da percorrere con facilità, sfruttando magari un taglio nei percorsi attraverso parchi, zone pedonali, piste ciclabili. Per i contro abbiamo il peso.
E’ una bici che difficilmente puoi caricare o scaricare tutti i giorni da casa attraverso le scale o l’ascensore per non parlare di farla salire sul portabici di un tetto d’auto.
Puoi alleggerirla smontando la batteria ma sempre di una bici da circa 25 kg parliamo.
Le pieghevoli a pedalata assistita sono pure disponibili e anche con motore centrale ma hanno un prezzo ancora più elevato. Più accessibili sono le pieghevoli con motore sui mozzi che, una volta piegate, possono entrare in un ascensore o nel vano portabagagli di un’automobile considerando sempre il peso per alzarla da terra.
Altro problema la piaga dei furti che però la si può sopperire portandosi dietro catene e archi antifurto del tipo motociclistico in una borsa laterale potendo contare sull’assistenza alla pedalata per l’aggravio di peso, avendo cura di staccare computer di bordo e batteria solitamente assicurata alla bicicletta con una serratura integrata.
La bici a pedalata assistita hanno una buona dotazione in termini di freni a disco idraulici e cambio dotato di almeno 8 velocità. Considerate seriamente prima dell’acquisto che il cambio risente dell’attacco del motore pertanto, a parità di motore, valutate che, un gruppo cambio migliore, vi regalerà ancora più piacere di pedalata.
La bici a pedalata assistita può rappresentare una sostituta di un due ruote a motore termico.
L’acquisto sarà compensato dalla vendita, faccio un esempio, dell’eventuale scooter oppure ammortizzato con il risparmio derivante da: azzeramento delle spese di bollo, assicurazione, passaggio, revisione, manutenzione meccanica. L’elettronica ha 2 anni di garanzia ma l’affidabilità è totale. Le batterie, da test effettuati, hanno una capacità di 500 ricariche il che rappresenta circa 50.000 km di utilizzo! La mia e-bike con motore Bosch ha percorso 3300 km con circa 30 ricariche il cui singolo costo è stato di circa 25 centesimi di corrente: 7,5 euro per 3300 km, sfido a fare meglio.
Si, certamente, con una bici muscolare! –
risponde il mio amico Brad aggiungendo..
Angelina would like to buy a kickscooter…
PIANETA MONOPATTINO
L’utilizzo di questi dispositivi di micro mobilità è ovviamente destinato alle grandi metropoli anche se non è escluso l’utilizzo in altri ambiti. Il fenomeno della diffusione dei monopattini, nasce dapprima in Francia con un enorme diffusione di monopattini muscolari soprattutto nella “Grandeur”. Il mercato asiatico, contemporaneamente, applicava una trazione a motore a un monopattino tradizionale creando quello che molti definiscono il “mezzo del futuro”.
Capiamo perché.
E’ nelle città densamente popolate che la fame di spazio pubblico è un’ambizione e una priorità che nessun amministratore può permettersi di non ascoltare.
Luoghi di convivialità, zone pedonali, spazi pubblici, tavolini all’aperto, l’uomo torna protagonista del suo spazio vitale e le più audaci opere urbanistiche di successo ne sono un concreto esempio. Laddove sia piacevole passeggiare, incontrarsi, permettersi di rilassarsi, il cittadino risponde con maggiore propensione al consumo, le zone pedonali vedono aumentare a due cifre gli incassi, così come i locali pubblici che possono offrire tavolini all’aperto.
C’è bisogno di spazio e semplicità nelle città come nelle abitazioni. Il monopattino rappresenta la sintesi perfetta tra le due necessità. Facilità di gestione, costo, spazio durante l’utilizzo e di ricovero, sia in casa che in ufficio, compattezza e facilità di trasporto ovunque, soprattutto se pensiamo all’intermodalità con un mezzo pubblico o nel bagaglio dell’auto. E indirettamente rilascia spazio alle necessità urbane, molto rispetto a una bicicletta, tantissimo rispetto ad un’automobile.
Fattori determinanti nella scelta, peso, autonomia, ammortizzazione!!
Facciamo ora una breve panoramica sulle Tecnologie a confronto.
Innanzitutto sono quasi tutti dotati di motore elettrico posto sulla ruota anteriore. Il pacco di batterie agli ioni di litio è integrato nel piantone dello sterzo oppure sotto la pedana. Alcuni hanno addirittura la possibilità di aggiungere un pacco batteria esterno collegato al piantone che aumenta l’autonomia. Il motore elettrico per legge deve avere una potenza massima di 500 w e la velocità limitata a 25 km/h.
Un recente intervento normativo ha assimilato il monopattino alle biciclette: stessi diritti e doveri. Sono pertanto autorizzati a circolare su ciclabili, strade comunali, provinciali e statali ad esclusione di strade a scorrimento veloce, autostrade, superstrade. Nell’uso su aree pedonali la velocità deve essere limitata a 6 km/h.
Alcuni di essi hanno una sorta di cruise control che imposta velocità di utilizzo preimpostate compresa la velocità “a passo d’uomo” 6 km/h. Il funzionamento avviene semplicemente “dandosi una spinta”, come sullo skateboard, superati i 6 km/h attacca l’assistenza del motore elettrico comandato da un acceleratore a leva posto sulla manopola destra e azionabile con il pollice. Dotati di display, più o meno completi di informazioni, i migliori sono interconnessi agli smartphone tramite delle app dedicate.
Il motore può avere la funzione di generatore di corrente in fase di frenata: si chiamano motori a recupero d’energia. Questo provoca anche una decisa frenata cosicché su alcuni monopattini il sistema frenante posteriore, visto delle volte anche con freno a disco, è sostituito dalla frenata rigenerante che in fase di rallentamento va a caricare le batterie aumentandone l’autonomia.
Le autonomie vanno da 25 a 50/65 km con tempi di ricarica massimi di 6 h con caricatore dedicato.
La portata è normalmente di 100kg anche se rappresenta un limite massimo, molto spesso sovrastimato se pensiamo di superare pendenze pronunciate durante il nostro tragitto magari con uno zaino in spalla.
I modelli più prestigiosi sono dotati di luci anteriori e posteriori a led integrati nel piantone del manubrio e nel piccolo parafango posteriore, in alcuni con la funzione di segnalazione dello stop di frenata.
Un altro aspetto determinante nella scelta e che vi prego vivamente di considerare è il sistema di ammortizzazione. Nati nei paesi orientali per fisici esili e superfici di arredo urbano minimalist, tutte marmo e lastroni, l’utilizzo su san pietrini e basolato può essere un’esperienza davvero traumatica peggiorata dal fatto che la postura è ovviamente verticale e aggravata magari dal peso di uno zaino.
Alcuni hanno un sistema di ammortizzazione nella forcella anteriore, altri addirittura con doppia ammortizzazione anche posteriore, questo comporta maggior comodità ma aumento di peso.
Tutto ciò che non c’è non si rompe, disse Henry Ford (e non pesa dico io).
Alcuni produttori si sono concentrati a migliorare il comfort partendo da una giusta scelta delle “scarpe”.
I pneumatici, normalmente da 10 pollici, possono essere a gomma piena, tubeless come gli scooter o con camera d’aria come le biciclette. E’ importantissimo mantenere le giuste pressioni di gonfiaggio che vanno controllate ogni settimana almeno. Nelle medesima scaletta è la difesa alle forature accidentali. Difficile riparare una camera d’aria in strada, più semplice un tubeless con mastici e spray tipo fast (come lo scooter), impossibile forare una gomma piena che però trasferirà, alla vostra povera schiena, ogni minima irregolarità del terreno.
Il mio consiglio è quello di provarlo nei centri specializzati, oppure di provarlo tramite lo sharing a breve disponibile anche a Roma dopo Torino e Milano.
Si possono acquistare nei negozi di elettronica di largo consumo o presso rivenditori specializzati. Alcuni marchi internazionali hanno dei veri e propri store monomarca dove poter provare i loro prodotti. Cercateli sul web.
Il costo massimo di un monopattino si aggira intorno a gli 800 euro (Ninebot Segway G30) per attestarsi sui 300/400 euro per modelli di media e buona qualità.
Le produzioni di questi prodotti ricalcano più quelle della telefonia con susseguirsi di versioni, aggiornamenti e model year, per questo vi consiglio di scegliere marchi ultranoti, SegWay nineboot, Xiaomi per esempio perché è fondamentale contare su un’assistenza e disponibilità di ricambi capillare e relative produzioni assicurate nel tempo.
Nel caso dell’acquisto del monopattino come per le bici muscolari l’incentivo ha utilità massima potendosi aggiudicare modelli top di gamma a poco più di 300 euro.
E quindi??
La lunga disamina finora esposta spero abbia chiarito le vostre idee e fatto conoscere gli elementi da valutare per un acquisto consapevole. Certo è che l’incentivo è un’ottima occasione per ambire ad un mezzo di trasporto di miglior qualità. Se dovete rivalutare il vostro sistema di trasporto urbano è bene considerarlo perché la scelta di un buon prodotto possa essere quasi definitiva (non come ho fatto io ad esempio).
La bicicletta è come un abito di sartoria, quando vi sta bene si vede.
Non dimenticate poi che nel computo della spesa dovrete aggiungere il costo di un sicuro antifurto sia esso catena o arco blindato e di eventuali altri accessori, casco, borse, lucine, giubbino catarifrangente ed altro ma su questo i compleanni e le festività sono un’occasione formidabile.
Thanks Marcello, see you soon on bike!
Mi dice il mio amico Brad che, salutandomi, mi chiede se ho qualche amica disposta ad accompagnarlo nelle prime occasioni….
Conoscete nessuna?
Marcello Perotta