5i50 Cervia: tra ragione e passione

TITOLO alternativo: La vocina della ragione e della passione.

Sulla spiaggia di Cervia, alla partenza del triathlon olimpico, guardo il mare davanti a me e sono sereno come mai prima di una gara.

Esco dal nuoto molto più veloce del previsto, forse troppo, corro invasato sulla sabbia verso la zona cambio, l’alluce del piede mi va in una buchetta…crack.

Chi fa sport sa, o a volte fa finta di non sapere, che “quel crack” è quantomeno molto doloroso.

Potevo fermarmi.

Arrivo alla prima transizione, guardo l’alluce: è già tutto nero.

Qui sono ancora indeciso se è più forte il dolore o l’incazzatura.

Vocina della ragione: “Giammarco fermati, non sei un atleta professionista, non sei pagato per fare tutto questo, nessuno ti dirà mai nulla”.

Vocina della passione: “Giammarco ricordi perché sei qui? Ricordi quanto ti sei allenato? Ricordi quanto è bello il sorriso di tuo figlio Federico quando gli riporti la medaglia anche se arrivi tra gli ultimi?”

 

 

Salgo in bici e me la racconto “Tanto non farà male a pedalare”.

Dovevo fermarmi.

Inizio a pedalare e qui so perfettamente che il dolore è pazzesco con la scarpa che comprime sull’alluce.

I primi chilometri metà piango e metà elaboro una strategia fighissima: nella frazione di corsa ti farà più male, spingi ora il più possibile. Geniale, eh?

Vocina della ragione: “La frazione di corsa non la vediamo nemmeno con il binocolo! Noi ci fermiamo qui! Te l’ho già detto, non sei pagato, non rischiare di farti ancora più male”.

Vocina della passione: “Guarda che bella giornata, pensa ad altro, ricordi che devi mettere giù quel progetto per il tuo team? Dai pensa a quello intanto che pedali”

Dopo 20 km di pianto e incazzatura, finalmente rido di gioia, vedo l’autombulanza! “Per favore un antidolorifico forte!” – “Abbiamo la tachipirina”…la tachipirina??? E ho perso anche due minuti per una tachipirina?

Vocina della ragione: “Giammarco sono segni del destino, fermati”

Vocina della passione: “Giammarco ne hai fatti già 20, torniamo almeno indietro, su dai!”

 

Potevo fermarmi. Dovevo fermarmi.

Alla seconda transizione mi sfilo il calzino, riguardo l’alluce sinistro credendo di avere poteri lenitivi. Invece è completamente nero. Ascolto il resto del corpo: ho la gamba destra indolenzita, ho pedalato quasi solo con quella per non sentire dolore all’alluce.

Infilo le scarpe da running.

Vocina della ragione: “Giammarco cosa stai facendo??? Le ciabatte, metti le ciabatte!”

Vocina della passione: “Le scarpe da running sono più morbide, farà meno male, al massimo cammini”

Inizio a correre. Piano. Molto piano.

Non mi sono fermato.

I 10km di corsa li alterno a camminata, con qualche angelo custode lungo il percorso che mi incita.

Arrivo al traguardo, avevo un obiettivo cronometrico ma oggi abbiamo combattuto contro altro.

Infilo la medaglia, faccio il video per Federico e vado alla tenda medica.

Vocina della ragione: “e bravo il mio coglioncello, ora quando dobbiamo stare fermi? Ci hai pensato a questo?”

Vocina della passione: “Dato che sono arrivato al traguardo, potevo anche stringere i denti e andare un po’ più veloce”

(citazione di Marco Tucci, che ringrazio.)

La passione ci fa fare cose meravigliose se, e solo se, ci porta poco oltre quello che avremmo ritenuto non possibile. La ragione ci deve invece guidare nelle scelte migliori per noi stessi.

Vocina della ragione: “Ecco, ora riposiamoci un bel pò”

Vocina della passione: “Visto che non posso correre e pedalare per un po’, possiamo intanto andare in piscina per migliorare la tecnica!”

“Amatevi. Sempre”

Giammarco D’orazio