Il running deve osare oggi, per correre ancora domani

Con la fine di settembre in molti abbiamo provato a programmare un breve orizzonte sportivo.

Ma basta alzare lo sguardo sul calendario competitivo ed è evidente che sarà impossibile gareggiare fino a dicembre.

E se la situazione non dovesse cambiare con l’inizio del nuovo anno? Non siamo qui per vedere tutto nero, anzi.

Ci piacerebbe sperare che davanti agli attuali scenari ci siano menti coraggiose pronte a mettersi in gioco con una visione nuova dello sport amatoriale.

Imprenditori innovatori che abbandonino le vecchie abitudini e diano slancio a un settore ormai vecchio.

Oggi ci sono gruppi sportivi che preferiscono “ancorare” tutti al 1998, descrivendo le stesse dinamiche, le stesse pulsioni d’acquisto, lo stesso business, immutabile a senso unico.

Si ascolta un incessante stimolo a non cambiare per rimanere a “tutto come era prima”…

Questo perché il cambiamento spaventa, non da certezze, è oscuro, non fornisce un punto d’arrivo a degli ancoraggi provvisori su cui sostenersi, il nuovo è sempre un viaggio solitario mentre il vecchio è ampiamente condiviso con tanti e quindi più sicuro e meno pericoloso.

Il cambiamento è per i coraggiosi, ma nel commercio è una dote rarissima.

Ci vuole capacità d’analisi del mercato, fiuto per individuare le nuove dinamiche sociali che condizioneranno gli acquisti in ambito sportivo, insomma occorre essere un po’ visionari e un po’ filosofi…

Si non si cambia direzione si corre il rischio di incappare in uno “strabismo di Venere” che porterà progressivamente le pupille a divaricarsi e conseguentemente a perdere quel focus d’intenti e consapevolezze che erano i cardini su cui tutto ruotava….

Si avvicina velocemente e pericolosamente un bivio dove ancora regna l’indecisione totale o la folle idea che quel bivio presto si dissolverà, come per incanto, ritrasformandosi in un’unica autostrada piena di Autogrill come le fermate della via Crucis: massaggiatori, negozianti, allenatori, dietologi…

E allora che fare per cambiare il nostro prossimo futuro?

Aiutare le “maestranze del running”, vivere uno sport orfano di competizioni ma sovraccarico di partecipanti bisognosi di consumare il “prodotto corsa”

Fatevi sotto con le idee!