Quale futuro per le gare in Italia?

La Maximaratona del magazine Correre, pubblicata con il numero di febbraio, lo ha largamente documentato.

Il numero degli arrivati in maratona nel 2018 è diminuito rispetto al 2017 del 4%, ovvero più di 1500 maratoneti in meno.

Ogni domenica, in gara, lo abbiamo percepito, anticipando cosa è avvenuto sulla finish Line della madre di tutte le gare.

L’analisi locale è facile, in particolare se andiamo a prendere il dato aggregato di tutte le manifestazioni in una sola regione come il Lazio, ed ecco cosa abbiamo. (Fonte – Maratoneta.it)

Nel 2018 si sono svolte 320 gare, 4 in meno rispetto al 2017,  quarto anno di calo ininterrotto, 73 le manifestazioni sotto i 100 finisher.

Gli arrivati totale sono stati 137,121 con una diminuzione di ben 6467 atleti rispetto al 2017. Praticamente è come se non si fosse corsa una gara che sarebbe arrivata terza nella lista delle più partecipate.

Sono state 24 le gare con oltre 1000 arrivati (+ 1 rispetto al 2017), 11 gare oltre i 2000 (+2 ) e 5 oltre i 3000 ( -1 ). Le gare oltre i 4000 arrivati sono 4, stesso numero del 2017.

Un mercato che è lo specchio di un paese: entrambi stentano a ripartire.

Adesso ci sarà da attendere un altro segnale importante che è il numero di arrivati alla Roma Ostia.

Giunta alla 45a edizione, darà un segnale per tutti gli organizzatori.

Sarà il campanello d’allarme più autorevole sui possibili sviluppi di uno scenario attualmente denso di chiaroscuri difficili da interpretare.

Perché se c’è stata la flessione, questo vale per il mercato italiano, ma lo stesso non si potrà dire per quello europeo.

Oggi andare da Roma a Milano costa quanto recarsi in qualsiasi capitale d’Europa, e così a Barcellona, alla mezza maratona del 10 febbraio, c’erano 669 italiani, per non parlare di Valencia a dicembre scorso.

Il prodotto Running italiano è sempre lo stesso e il turnover dei partecipanti è solo in uscita.

Siamo un popolo molto competitivo e la ricerca continua della prestazione, del risultato cronometrico, la competizione all’interno della squadra ci porta spesso ad infortunarci.

Un altro fattore che determina questo arretramento partecipativo è l’aumento degli iscritti alla Runcard.

Se sei dentro un Club sei portato a fare più gare, vuoi per amicizia, spirito di appartenenza, competizione verso gli altri, gusto della sfida, trofeo sociale, classifiche ecc ecc.

Mentre con la Runcard tutto questo manca, dipende solo da te dalla tua autonomia.

Sei portato ad essere meno presente ai nastri di partenza mancando giustamente gli stimoli. Questo vale certamente per le gare minori ma che di fatto fanno il mercato della domenica.

Insomma i club hanno un peso molto alto sulla partecipazione alle gare e il fenomeno Runcard ha sì portato soldi direttamente nelle casse Fidal ma li ha ripersi dal decremento agli iscritti alle gare.

Il profilo del tesserato medio Runcard è più basico rispetto a quello del club, ha meno esigenze, si accontenta e tende a vivere la competizione delle gare in maniera più saltuaria e distaccata.

Per il resto nel mercato manca la novità, la gara differente, di fatto sono sempre le stesse a prezzi più alti. Il dialogo con le amministrazioni locali si è fatto spesso poco virtuoso in virtù di voler proteggere la pax cittadina a scapito di chi vorrebbe accendere i centri urbani con la corsa.

Ma oggi si deve fare i conti con bilanci comunali alle strette, gli organizzatori devono avere coperture finanziarie importanti e creare percorsi cittadini isolati dal traffico veicolare, il risultato, purtroppo, è cronaca di tutti i giorni.

Una formula segreta per un rilancio del settore ancora non esiste ma forse dovremmo provare con tante piccole scelte che cambierebbero il panorama desolante a cui stiamo assistendo.

Basterebbe forse che gli organizzatori consentissero l’ingresso ad un prezzo politico alle grandi manifestazioni agli accompagnatori.

Prendervi parte senza pacco gara, senza chip, senza maglia, il tutto potrebbe portare ad un incremento dei partecipanti.

O veramente il fenomeno crescente dei Park Run sarà la panacea del nostro sistema running?

Marco Raffaelli

 

Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso